giovedì 28 ottobre 2021

I RICORDI DI UN UOMO SEMPLICE.. MA VIVO

L ' anziano signore , che poi è antipatico chiamare le persone anziane, meglio dire " diversamente giovane " si chiama Bruno, ma il suo nome potrebbe essere un altro, Pietro, Luigi, Giovanni ,Franco, tutte persone che hanno vissuto diversi tempi e momenti della vita e che magari qualcuno lo rimpiangono ancora. Guardando Bruno in viso, non si capisce la sua età, perché spesso le rughe della difficoltà del cercare di vivere ancora una esistenza decente e soddisfacente, sono coperte da un sorriso. Ai più può sembrare una smorfia ma non sono altro che reazioni a pensieri vaganti verso il vissuto che ,giorno dopo giorno, hanno riempito di pensieri, di emozioni..o hanno svuotato, dipende sempre dai periodi, una vita. Comunque Bruno, quasi incurante dell chiacchiericcio delle mamme al parco , impegnate a spettegolare sulla gente, con un occhio ai piccoli e uno alle notizie dell' ultima ora che qualcuna sa sempre riportare, fissa, come fosse un luogo lontano e magico, lo specchio perfetto della superficie del lago,ammirando, come fosse un bellissimo quadro le varie immagini che il riflesso restituisce ai suoi occhi. Ad un certo punto, un bambino um po ' più grande, o forse più vivace, getta nell ' acqua, a mo' di gioco, un sasso e dali punto di entrata nell' acqua, che adesso non restituisce più le immagini nitide riflesse, si formano varo cerchi concentrici che cancellano la perfezione delle figure, ma rimandano i pensieri dell' uomo a fatti e persone passate. Cose che, forse grazie a qualcosa di banale e accidentale, hanno cambiato, probabilmente formato la sua vita, prima sparigliandone i contorni, poi regalando alle cose accadute e alle loro conseguenze, un aspetto diverso, migliore o peggiore non si sa, sicuramente non previste in una esistenza che spesso scorreva piatta e magari noiosa. Proprio pensando a come è sfuggente e casuale la vita, guardando l ' azzurro del cielo , foriero spesso di umore gioioso e socievole, gli viene in mente come molte volte bastino qualche nuvoloni scuro e cattivo per cambiare tutto . Gli torna in mente il racconto che gli aveva appena fatto un carissimo amico, fra singhiozzi di tristezza e paura mitigati solo dalla consapevolezza che spesso il destino è cieco, tu puoi prendere tutte le precauzioni possibili, fare sport ,vita sana , ma quando il Fato ,che nella mitologia Greca era superiore addirittura agli Dei , decide e ti prende di mira , tu nonnsei che una inerme creatura che non può che sperare è affidarsi alla buona sorte o a Qualcuno che possa aiutare a superare certi momenti difficili. In molti si era appena usciti da una terribile e contagiosa malattia che aveva lasciato in molte case, molte famiglie, sedie vuote cariche di dolorosi ricordi e di inutili rimpianti e Bruno non si aspettava che quel suo amico, così forte e apparentemente in forma fosse stato sfiorata dalla tragica mano della signora in nero con la falce. Anche lui ,come molti altri, era stato colpito dalla malattia, ma a parte molta paura ( in quei giorni, nel loro piccolo paese, i morti giornalieri quasi si contavano sulle dita della mano ) e qualche giorno di febbre altissima, ne era uscito abbastanza bene, solo con qualche dolore che nonostante perdurante, ormai faceva parte del quotidiano. Il suo amico però era stato trasportato in ambulanza e dato per spacciato, con febbre oltre i quaranta. Solo la caparbietà e la testardaggine di una sua parente dottoressa che aveva picchiato i pugni sul tavolo del Pronto 9LuiSoccorso, avevano convinto i sanitari a ricoverarlo, con pochissime se non nessuna speranza di salvezza. Infatti la mattina dopo il ricovero,o medici ,un po' come a militare facevano il contrappeso e controllavano i pazienti, sotto ossigeno, spostando un attimo la mascherina per riconoscerne i volti. Arrivati all' amico di Bruno ,la frase " questo è ancora vivo" ha fatto scendere al soggetto in questione calde e abbondanti lacrime , magari facendo nascere la speranza che lui ce l' avrebbe potuta fare. Infatti poco a poco , il respiro , ancora affannoso ma sempre più libero e regolare ha ridato vita e voglia di lottare all ' uomo che ormai si era sentito già dentro i sacchi neri in cui, per non infettare venivano posti i cadaveri. La fortuna che quel suo amico ha avuto si è dimostrata molto anche qualche giorno dopo, quando il cellulare sul comodino del suo vicino di letto comincia a squillare. Antonio , chiamiamolo pure così, all' ennesimo squillo aveva risposto..era la moglie del suo vicino di letto che chiedeva se ci fossero novità. Con un gruppo in gola , cercando di non tradire l ' emozione, Antonio aveva risposto che i medici erano a consulto, di chiamare più tardi, non dicendo alla moglie che il suo marito erano ormai ore che era stato portato via nel sopracitato sacco nero. Queste storie avevano colpito tantissimo Bruno che cominciando a osservare l ' acqua del laghetto che tornava stabile, pensava che spesso ci vuole poco e non sempre dipende da noi, per cambiare la vite..e con quel pensiero aveva provato a rivivere con la memoria e con emozione , le molte cose che avevano segnato la sua di vita, nel bene e bel male. Lui veniva da un altro mondo, quasi un' altra epoca, dove ,forse, le cose, le emozioni ,i sentimenti avevano un altro sapore. La vita era dura , ci si accontentava del poco, del quasi nulla che si aveva , però, riguardando indietro la sua esistenza, un pizzico di rimpianto e di nostalgia facevano neppure capolino. Come diceva qualcuno, si stava meglio quando si stava peggio. Adesso i giovani ridono, anche perché, i tempi e le abitudini, come palla di cannone impazzita, erano passati e si erano trasformati, probabilmente senza lasciare il tempo a chi, come lui, come molti altri, di adeguarsi, di abituarsi a queste conquiste di modernita' di civiltà. Ma erano state davvero conquiste?? e proprio tutte?? Poi, è questo lo pensava spesso, forse da allora, ci era stata tolta la fatica ,la durezza del vivere,ma non è che così se ne era andato anche il gusto, la soddisfazione di riuscire nonostante tutto ?? Bruno era anche convinto che tutta questa ricchezza di risorse,di modernita, abbia impoverito se non azzerato completamente la voglia di impegnarsi, di mettersi in gioco e infradito i rapporti umani. Una volta i vari cortili dei paesi, erano quasi microcosmo di amicizia e aiuto reciproco, si sapeva tutto di tutti e quando serviva ci si aiutava. A lui avevano raccontato che il giorno in cui aveva salutato la vita col suo primo vagito e aperto i piccoli occhi sul mondo, in casa dei suoi genitori ,c' era un mondo a fare festa ,per 9poi portarlo in giro per le vie adiacenti alla sua casa, sotto le eleganti mura del castello che avrebbe dominato la sua vista ogni volta che fosse uscito. Erano tempi davvero difficili, ma forse con l' emozione della memoria che spesso cancella o attutisce i brutti e non piacevoli ricordi, erano tempi a modo loro davvero belli. L' attempato uomo con un pizzico di nostalgia, prova a tornare con la mente al bello che per la sua anima c' era in quel periodo. L'inverno era una stagione vera, nevicava copiosamente e la neve restava per terra col suo candido mantello fin quasi a primavera, rinforzando però, col suo abbraccio caldo sulla terra, il frumento che avrebbe poi dato il pane. I fossi e le rogge in campagna erano lastre di ghiaccio così solide che i ragazzini spesso si sfidavano a camminarci sopra. Senza contare le divertenti e spesso dolorose scivolate sui lastroni di ghiaccio che si formavano sulle strade di campagna. Poi l ' abbondanza di alberi che c' era a quei tempi ,regalava all ' ambiente atmosfere magiche. In casa di solito c' era una stufa sola, nell ' ambiente più vissuto della casa e di notte, per dormire al caldo si mettevano sotto le lenzuola degli arnesi di legno , chiamati frati, che contenevano scaldini di ferro pieni di braci di legno e carbone. A Bruno scappa un sorriso nel ripensare alle volte che a letto cercava continuamente visto che il letto scottava , di spostare le gambe verso il fresco . La primavera poi era una esplosione di colori e di fiori di ogni tipo, a maggio di solito,ci si metteva in pantaloncini e maglietta con maniche corte ,fino a settembre inoltrato. In effetti tempi erano un po' strani davvero. I ragazzi di oggi magari sorrideranno , ma allora non c' erano i telefoni che facendo foto e di tutto, ti fanno sembrare bello anche se sei impegnato e seminudo a espletare le tue funzioni corporali. Non esistevano i marchingegni che mettono in crisi Cracco e company perché metti un un contenitore gli ingredienti e ti escono leccornie da palati sopraffino, insomma si viveva in modo semplice e senza tante pseudo comodità. Allora non erano ancora uscite allo scoperto le mamme che ne sanno più dei professori . Si andava a scuola tutti a piedi e non si vedevano SUV parcheggiati in terza fila perché i figli devono fare poca fatica e a scuola si va col macchinone. Se non stavi bene non occorreva chiamare il comitato tecnico scentifico direttamente al ministero, ma ti accompagnava a casa , sulla canna della bicicletta, prontamente il bidello ( allora si chiamava così ed entrava bel cuore di tutti ). Alle maestre si dava devotamente del lei e le questioni scolastiche si risolvevano in un amen senza troppi inutili fronzoli. Quando si incontrava una suora, cosa molto comune in quegli anni , allora ce ne erano in quasi tutto i paesi, si salutava educatamente con un bel e sincero " Sia lodato Gesù Cristo " e arrivava subito la risposta, " sempre Sia lodato " e ugualmente con i preti. Gli anziani addirittura si toglievano il cappello o ne miravano il gesto. Era di moda tutto un altro tipo di educazione. E cosa molto importante, se tornavi a casa dicendo alla tua mamma di aver litigato o che la maestra ti aveva sgridato, prendevi da lei quello che non ti aveva dato gli altri. NOTA DELL' AUTORE.. A proposito di preti e suore, forse si è un po' esagerato con un certo tipo di educazione e ti faccio due esempi. Io ho fatto la Prima Comunione in seconda elementare, quindi credo a otto anni e nel catechismo di preparazione ,spesso la suora dipingeva il peccato di noi bambini come un chiodo messo nella carne ogni volta di quel povero Uomo Crocifisso per noi e credimi la cosa mi aveva molto impressionato e colpito tanto che mi sono creato un bel po' di sensi di colpa fino a quando ho capito che senza peccato non ci sarebbe la gioia, l ' amore del perdono. Oppure, in una delle prime confessioni, ero andato con amici a mangiare le ciliege in un parco non nostro, quindi a rubare le ciliege. Davanti al vecchio parroco in confessione ,mi vergognavo troppo a dire " ho rubato " quindi ho tirato fuori " ho commesso atti impuri " avevo otto anni ,come dicevo, mi immagino cosa abbia potuto pensare l 'anziano sacerdote. Ma torniamo all ' atmosfera di quei tempi. Come dice una bellissima canzone del Principe Francesco Degregori ( credo si intitoli il 56 ) " il Natale allora si che era una festa vera, cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima, i regali mi duravano una settimana ) questa festa era La Festa e si viveva davvero in modo speciale. Si stava tutti in famiglia e il pranzo era davvero una occasione per stare insieme e vivere il senso vero della famiglia. Si metteva il panettone, che allora si mangiava quel giorno e non a inizio novembre , sulla stufa a fare ammorbidire ,grazie credo al burro , la pasta gialla che profumata la casa di note caratteristiche e golose. Ancora oggi a Bruno scappa un mezzo sorriso nel pensare al gusto del pranzo ,con l ' antipasto di salumi ( non abbondanti ma gustosissimi ) i funghetti , i carciofini, le cipolline. Il primo con le lasagne e il secondo con il cappone ripieno e contorno di patate. Piatti che gustandosi quasi ogni giorno hanno perso un po ' di gusto , ma restano nitidi e ancora squisiti nei ricordi.

martedì 15 ottobre 2019

Introduzione EMOZIONI FASSANE.. quando mente e cuore volano all'unisono verso orizzonti infiniti

Prima di accingermi a raccontare le mie tantissime e credimi, favolose emozioni in Val di Fassa, permettimi qualche pensiero per far capire il mio amore per quel luogo incantato.  Io ne ho vissute di cime, credo non riesca più a contarle, ho ammirato in silenzio stupito panorami che mi hanno qualche volta commosso. Ho visto dal rifugio al tramonto, la mia Montagna il Cervino, colorarsi di un rosso acceso le sue pareti dal lato Italiano e quello Svizzero, con la cresta del Furgen, immenso bastione che sembrava voler sfumare piano piano la luce verso il cielo con tonalità sempre più accese e col buio che saliva dal fondovalle. Ho temuto a Macugnaga , sotto la Est del monte Rosa, l'immensa parete allora carica di ghiaccio e neve, che i miei compagni andassero troppo sotto i seracchi che scaricavano quasi ogni minuto poderose valanghe di ghiaccio e neve..ne ho provate di emozioni sotto le cime più alte delle nostre alpi, su una facile facile anche sopra. Alle Centrali e Appennini ho imparato che quasi mai l'altezza di una montagna equivale alla sua bellezza, anzi, in cima al Sagro, sopra Carrara , con molti e cari amici, mi sono emozionato nel vedere da una montagna, l'azzurro intenso e rasserenante del mare, per non parlare della scalinata di Monasteroli, faticosa e infinita, come le emozioni che si provano nel provare ad entrare in quel mondo magico di grige rocce e onde blu cobalto. In Dolomiti , non dimenticherò mai l'emozione di un fantastico tramonto sulle Nord delle Tre Cime, emozione che poi è diventata commozione quando , il giorno dopo , i miei piedi e le mie mani hanno rovistato fra quelle rocce per trovare appigli e appoggi per arrivarne in cima, lo spigolo Dibona alla Grande è , ancora oggi, uno dei miei ricordi più belli. Ho anche salito la Sud della Tofana di Rosez, una via tosta e bella sul terzo spigolo e chi la ammira da sotto, questa immensa parete , credocapisca la mia enorme soddisfazione..tra l'altro, non dimentico che il mio primo corso roccia, l'ho fatto sulle Odle, per me forse le Dolomiti più belle, con la mia prima cordata, a comando alternato sulla est della Gran Fermeda. Poi Presanella, Resegone, Breithorn, Carè Alto, Grignetta , Grignone, Presolana, Visolo, insomma un sacco di cime e di montagne tutte bellissime e degne di un emozionante ricordo.Eppure ??  Eppure per la Val di Fassa, ho un amore particolare, forse perchè nel lontano 1976 è cominciato il mio amore prepotente per l'artefantasica e per me oltremodo coinvolgente di salir montagne.  Ho scritto questi pensieri per farti capire che a me camminare o arrampicare in montagna piace dappertutto, ogni montagna, anche un semplice colle ha il suo perchè, per cui il fatto che io lodi la mia valle del cuore non esclude che io ami tutte le alte. E' come se al ristorante, dovendo scegliere dal menù una portata, io mi rammarichi tutta la cena per quelle che ho dovuto tralasciare, oppure se sentissi rimorso per amare alla follia una donna sola , che ho sposato molti anni fa, invece che magari molte altre che il destino, che in questo caso sarebbe stato cieco, mi avesse fatto incontrare. Permettimi di chiudere, nella speranza di avermi fatto perdonare questa passione Fassana,  con due emozioni che questa valle mi aiuta a vivere e a tenere strette. Tra i miei ricordi ho una foto proprio di qiel lontano 1976 , sul lungo Avisio, ci sono la mia mamma , il mio papà e mio fratello Pierangelo che erano venuti a trovarmi, ormai adesso sono tutti e tre andati via, però mi piace ricordarli così in quel periodo felice e in quel luogo per me magico. Se invece guardi sul mio blog ( sul cellulare devi cliccare versione web ) sulla destra in alto c'è sempre la foto di mio fratello seduto su un prato molto sopra il rifugio Sassopiatto. Si vede chiaramente che è felice, che veramente portandolo con me gli avevo fatto un immenso regalo, gli avevo donato un attimo di felicità, forse in quei preziosi momenti aveva lasciato da parte i problemi che gli devastavano l'anima e che l'avrebbero portato a togliersi la vita. Ecco , quando guardo quella foto un po' mi intristisco perchè non sapendo niente non ho potuto salvargli la vita, se solo l'avessi portato con me un poì di più..però sono anche contento di avergli fatto provare in que periodi bui un pò di gioia e di luce.


Leggi e poi dimmi con franchezza cosa ne pensi di questo libro che sto scrivendo con tutte le mie emozioni in valle..credo uscirà a febbraio per il mio compleanno e ci saranno raccontio itinerari e bellezze che ho colto nelle mie sempre troppo brevi vacanze. Ho solo una curiosità da chiederti, io vorrei fare un libro senza nemmeno una foto, a parte la copertina, perchè penso che forse chi ci è stato , oppure no, possano chiudendo gli occhi vedere e immaginare i luoghi che descrivo, troppo facile con le foto..
Cosa dici, è una bella idea o una gran cazzata ??

martedì 10 settembre 2019

LE CHIAMANO NOZZE DI PERLA.. e si fanno i confetti verdi, COMUNQUE SONO 30 ANNI DI NOZZE..



Ricordo benissimo come ci fosse il sole dopo un giorno di pioggia, le tante persone che per curiosità  o magari amicizia, erano fuori sul sagrato a fare da cornice al giorno il cui, le nostre vite arrivavano al bivio che le avrebbe trasformate. 
 In meglio o in peggio non lo so, io credo che tutti e due si sia cresciuti e migliorati, lo dico perchè, da parte mia , anche le mie montagne, che amo quanto te, o appena un filino meno, sono diventate più belle .
 Forse le cose, guardate con gli occhi felici dell'amore, hanno un colore, un senso diverso, più bello e completo..
insomma , starti vicino e sognare ancora le montagne , mi hanno reso un uomo più felice e forse completo. 
Sono passati trent'anni, forse tanti , ma se guardati con gli occhi del nostro vivere insieme, sono stati un attimo, un lieve refolo di vento che ci ha regalato refrigerrio nell'arsura della vita. 
Ne abbiamo avute di prove, abbiamo affrontato tanti problemi, però , ogni volta , con l'aiuto reciproco e la vicinanza di persone che ci hanno voluto bene, siamo andati avanti..e forse abbiamo aiutato qualcuno a farlo.
 Quel giorno , in chiesa,la preghierache avevo scelto diceva, 
SIGNORE , FA CHE NON SIAMO FELICI DA SOLI 
e forse in questi anni , qualcosa di buono, insieme, abbiamo fatto. 
 Per me sono stati anni bellissimi e spero ce ne siano altrettanti, l'unica tristezza mi pervade quando, guardando le foto di quel giorno, vedo volti amati o di amici veri, che non ci sono più e purtroppo aumentano sempre, spero solo che da lassù, ci siano vicini in questa bellissima avventura che hanno visto nascere e crescere. 
 Io, mai troppo amata moglie,  
ti ringrazio per come sai essere con me e credo da sempre che , nonostante le nostre differenze, spesso stridenti, 
credo che in pochi siano disordinati e distratti come me,
 Qualcuno , che Ci ha scelto e amato da ancora prima che nascessimo, abbia scelto davvero , per noi una vita felice, sperando di dispensare , col nostro amore un pò di speranza a chi fa fatica a trovare la luce in quello che è spesso il buio della vita, vivere soli e senza una persona che ti possa accogliere e amare così come sei, senza volere assolutamente cambiarti.semmai migliorarti un poco..
GRAZIE PER QUESTI BELLISSIMI 30 ANNI..

domenica 14 luglio 2019

VAL DI FASSA, appena tornato..e già mi manca

 Prima di iniziare a descrivere l'emozione che, ancora una volta , ho provate in questa valle, vorrei fare una precisazione per scansare  quelle che sono solo critiche , che sicuramente non fanno bene alla valle e ai suoi abitanti.. precisando che se anche sbagliassi, sono solo mie considerazioni.
Giovedi, scendendo dal rifugio Gardeccia, dopo un favoloso giro all'Antermoia, arrivato da Campitello a piedi, sempre a piedi ho raggiunto Pera e devo dire che ,secondo me, a parte la decisione politica che potrebbe essere discutibile, im località Regolina, dove c'era un bel ristorante, la strada non è accessibile per le navette, stretta, con alberi caduti sui bordi e una frande e profonda buca, per cui, le macchine stando attente ci passano , ma per i pulmini la vedo dura. 
Comunque , lasciando stare le polemiche, io dico sempre che la valle la amo a prescindere, posso raccontarti qualche emozione di questi pochi, ma intensi giorni..

Lunedi ,
 appena arrivato,un grande amico, Michele, da Ora mi ha portato in valle e ad ogni km il cuore si estasiava e saziava, oltre di una bella amicizia, di panorami sempre forieri di sensazioni nuove..
Tra l'altro, ho anche conosciuto la mamma e Antonella, sua simpaticissima sorella, che ha un bellissimo negozio di sport proprio sulla stupenda piazza di Moena, dominata dall'arcigna mole del Piz Meda..

Martedi,
Oggi si comincia a fare sul serio e con gli amici Sandra , Franco, Monica e il marito, sono salito al rif. Vallaccia e con Franco che però si è fermato alla forcella Costela visto il poco allenamento, sono salito in cima a punta Vallaccia , dopo di che, davanti ad uno strudel buonissimo, nel rifugio ho scambiato un bel po' di parole col, gentilissimo gestore e la sua famiglia. Anche questo, nonostante la fatica, credo sia un rifugio che non può mancare agli amanti della valle..la Marmolada sullo sfondo e tutte le cime che arrivano fino ai Monzoni meritano veramente.




Mercoledi,  
con gli amici di Caselle Landi ,im provincia di Lodi e il loro parroco, don Edmondo, dal Col Rodella siamo arrivati al rif. Sassopiatto e, dopo aver celebrato la messa in uno scenario che dire fantastico è poco, siamo scesi a Campitello per la Val Duron, anche qua , con i ragazzi , emozioni bellissime e vedere la gioia del bello nei loro occhi  stupiti dalla meravigliosa armonia del creato, è una emozione incredibile..



Giovedi,  L'apoteosi, 
l'escursione che sogno ogni anno , il mio luogo magico, l'Antermoia, con l'Amico Enrico di La Spezia, da Campitello, senzanavetta , per scendere ,come dicevo sopra, a Pera.. 
Che dire?? Chi mi conosce sa cosa c'è nel mio cuore quando ci arrivo, ma stavolta metto solo qualche foto , di scenari magici, ma anche di carissimi amici che ho conosciuto o incontrato..






Venerdi..d'accordo con mia moglie e per riposare un po' sono andato, a piedi da Pozza e ritorno, a vedere la Fiorentina a Moena e a salutare nuove amiche che ho incontrato per la prima volta qui in valle, Antonella e Cinzia..
perchè, se oltre alle montagne, i lagui, i torrenti , insomma gli scenari stupendi, si aggiungono persone speciali, il gioco è fatto, si è in un luigo meraviglioso..

Chiudo con questa frase che c'è sulla croce al rif. Vaiolet, credo sia davvero una sacra verità..e in ogni caso , prendo appuntamento con voi tutti, l'anno prossimo in valle..

                                                                           Emiliano..

mercoledì 29 maggio 2019

UNA DOMANDA DA FARE A TE, MALATO DI MONTAGNA..

Guardando le notizie dell'Everest di questi giorni, mi piacerebbe farti una domanda..

In roccia o su ghiaccio mi è capitato di farmi sorpassare da chi era più veloce di me, più che altro per non ingarbugliare le corde, come è capitato a me di sorpassare.
Ad esempio sulla Grande di Lavaredo , salendo lo spigolo Dibona, abbiamo sorpassato dei ragazzi Francesi che volendo godersi la via ci hanno impiegato 3 giorni con ben 2 bivacchi.


La mia domanda è questa e credimi è solo teorica..
SE FOSSI SULL'HILLARY STEEP , IN CODA E ATTESA PER ARRIVARE IN CIMA E REALIZZARE IL SOGNO DI UNAVITA, CON TANTO DI ATREZZATURA E OSSIGENO E ARRIVASSE UNA CORDATA SENZA OSSIGENO, COSA FARESTI ?? 
Tutti sappiamo che non è una scelta facile, però credo loro rischierebbero moltissimo un eventuale edema polmonare..
BHO , IO FRANCAMENTE NON LO SO..
E TU ??

Emiliano..

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa