Chi mi conosce bene , sa qual'è la MONTAGNA che sogno spesso e che mi fa battere ancora più forte il cuore. Ma anche che in val di Fassa, una valle che frequento da più di quarant'anni, io sono felice e che le sue cime, le sue rocce, i suoi tenebrosi boschi e freschissimi laghetti,, uniti alla cordialità delle persone che ci vivono e che sanno farla amare, mi regalano sensazioni uniche ed indimenticabili. In ogni mio libro c'è una emozione dedicata a questa valle che mi ha preso il cuore, nell'ultimo, la storia si svolge proprio sotto o sopra queste amate montagne e in un capitolo finale ho aggiunto alcune mie riflessioni che adesso ti faccio leggere su questo mio Eden, questo paradiso in terra.
Per la prima volta ho voluto cimentarmi con una storia.
Finora, nei miei tre libri precedenti mettevo le mie emozioni che qualcuno
considera poesie, ma stavolta è un racconto dall’inizio alla fine. Nei
personaggi c’è un po’, molto, di me e un po’ di lavoro di fantasia, ma sempre
profili tratteggiati di persone che ho conosciuto. La storia è triste però fa
parte della vita e credimi è uno dei miei incubi. Sarebbe la fine se succedesse
qualcosa per una passione nata e fatta crescere da me, ma non solo ai miei
figli o alle persone che amo, anche ai miei amici di cui ogni volta che si va
in montagna sento la responsabilità. I
luoghi non ho voluto citarli perché chi li ama , con attenzione e fantasia
potrebbe scoprirli da se, però per chi non c’è mai stato o molto poco,svelo
l’arcano, la storia si svolge in val di Fassa, la mia valle del cuore. Io amo
tutte le Dolomiti e ne ho frequentate parecchie, in valli incantate e pareti
anche vertiginose, ma , forse perché è stata la prima valle dove dentro il mio
animo è nato il fuoco dell’amore per le
cime,la val di Fassa è la mia preferita. E non solo per le sue montagne, i
boschi, i laghi e i torrenti, per la sua natura insomma, ma in particolare per
la sua gente, sorridente , cordiale e sempre col cuore in mano pronta a darti
una mano. A proposito di Fassa, vorrei spezzare una lancia in favore di questi
luoghi per me splendidi. Molti dicono che c’è troppo folla, troppa confusione
ed in parte è vero, però a queste persone vorrei far notare un paio di cose..in
amicizia chiaramente. L’Antermoia è sempre affollato, a parte la bellezza del
luogo, perché non provi a salirci da Mazzin, per la valle Udai ??
Faticosissima, lunga ma escursione splendida con panorami particolari molto
belli. Oppure salire a Ciampac , per la solitaria val Grepa da Fontanazzo o per
la val Jumela da Pozza.?? Qui se ti
dovessi sfortunatamente far male , te la
dovresti cavare da solo oppure avere pazienza per due tre ore che passi
qualcuno. A proposito di farsi male e restando in tema, qualche anno fa,con mio
figlio Sebastiano, per salire al Col Ombert dalla valle di S. Nicolò, ho
preferito alle cascate andare a destra alla forcella Paschè. Sotto la cima sono
caduto malamente e con una bella abrasione in testa , che però sanguinava
molto, sono sceso con mio figlio al Contrin e anche in quel caso ho incontrato
gente solo lì..che tra l’altro si è spaventata vedendomi la faccia piena di
sangue. Comunque è andata bene e quello che voglio dirti è che in valle si trovano escursioni per
tutti i gusti e gambe, basta saper scegliere e mettersi in gioco, più è lunga
l’escursione meno hai probabilità di trovare gente.
Torniamo al libro. La vetta che cito sempre, è Cima 11 nel
gruppo della Vallaccia, una cima che mi ha colpito da ragazzino e che ho
salito, anni dopo, la prima volta da solo sotto un’acqua torrenziale. Il lago
dove si conoscono i personaggi della storia è il lago Fedaia, con sullo sfondo
il Civetta e il bianco ghiacciaio della Marmolada..purtroppo ultimamente sempre
più grigio. La regina con la parete d’argento è proprio la Marmolada, nel
racconto vista dal rifugio Vallaccia, bellissimo rifugio davanti a scenari
incantevoli e panorami mozzafiato. Dal rifugio cima Costabella e tutto il
gruppo, i Monzoni, sass Morin e cima 11 , riempiono di gioia occhi e cuore.
Anche se solo per fare una escursione facile, e un po’ faticosa , vale sempre
la pena arrivare a questo rifugio, in particolare per l’affabilità e la bravura
in cucina, che anche in montagna non guasta mai,della famiglia dei gestori. Io
veramente e mi ripeto, ma perché è
importante e vera la cosa, trovo che a parte la bellezza dei luoghi, anche le
persone di questa valle siano veramente gentilissime e cordiali, a immagine e
somiglianza dello loro splendide montagne. Probabilmente è la loro indole LADINA
a farle essere così cordiali e gentili. Non è un luogo comune, io in Dolomiti
ho girato qualche valle dove dicevano di odiare gli Italiani che li opprimevano
dal 1918. Mi permetto di sottolineare
che l’albergo dove arriva Alberto, uno dei protagonisti del racconto è l’hotel
dove felicemente soggiorno io con la mia famiglia quando, purtroppo troppo
poco, si va in vacanza. L’hotel si chiama
CIMA 11 , come la mia montagna e appena si entra si è subito colpiti
dall’ accoglienza che la Claudia e la Gemma , con sua figlia Federica , le sorelle che gestiscono l’albergo sanno
farti sentire. Ormai, col mio gruppo e credimi siamo in molti, ci andiamo da
anni e ogni volta è sempre una sorpresa per chi ,veramente in quei tre giorni,
per merito di queste donne di montagna, si sente come a casa. Se le montagne
sono belle è sempre una cosa per cui vale la pena darsi da fare, ma se oltre
alle cime, ci sono dei sorrisi, delle belle parole e come dicevo prima parlando
del rifugio anche un’ottima cucina, siamo a cavallo. Io spero che la storia ti
piaccia , che ti sappia suscitare l’emozione come ha fatto con me e che magari
qualche giorno, i tuoi passi possano incrociare i miei magari nel mio Nirvana, la mia valle del
cuore,
la VAL DI FASSA.
Emiliano..
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