giovedì 20 aprile 2017

UN OMAGGIO ALLA MIA VALLE DEL CUORE, IL MIO NIRVANA, IL MIO AMATO POSTO DELLE FRAGOLE..LA VAL DI FASSA..


Chi mi conosce bene , sa qual'è la MONTAGNA che sogno spesso e che mi fa battere ancora più forte il cuore. Ma anche che in val di Fassa, una valle che frequento da più di quarant'anni, io sono felice e che le sue cime, le sue rocce, i suoi tenebrosi boschi e freschissimi laghetti,, uniti alla cordialità delle persone che ci vivono e che sanno farla amare, mi regalano sensazioni uniche ed indimenticabili. In ogni mio libro c'è una emozione dedicata a questa valle che mi ha preso il cuore, nell'ultimo, la storia si svolge proprio sotto o sopra queste amate montagne e in un capitolo finale ho aggiunto alcune mie riflessioni che adesso ti faccio leggere su questo mio Eden, questo paradiso in  terra.


Per la prima volta ho voluto cimentarmi con una storia. Finora, nei miei tre libri precedenti mettevo le mie emozioni che qualcuno considera poesie, ma stavolta è un racconto dall’inizio alla fine. Nei personaggi c’è un po’, molto, di me e un po’ di lavoro di fantasia, ma sempre profili tratteggiati di persone che ho conosciuto. La storia è triste però fa parte della vita e credimi è uno dei miei incubi. Sarebbe la fine se succedesse qualcosa per una passione nata e fatta crescere da me, ma non solo ai miei figli o alle persone che amo, anche ai miei amici di cui ogni volta che si va in montagna sento la responsabilità.  I luoghi non ho voluto citarli perché chi li ama , con attenzione e fantasia potrebbe scoprirli da se, però per chi non c’è mai stato o molto poco,svelo l’arcano, la storia si svolge in val di Fassa, la mia valle del cuore. Io amo tutte le Dolomiti e ne ho frequentate parecchie, in valli incantate e pareti anche vertiginose, ma , forse perché è stata la prima valle dove dentro il mio animo  è nato il fuoco dell’amore per le cime,la val di Fassa è la mia preferita. E non solo per le sue montagne, i boschi, i laghi e i torrenti, per la sua natura insomma, ma in particolare per la sua gente, sorridente , cordiale e sempre col cuore in mano pronta a darti una mano. A proposito di Fassa, vorrei spezzare una lancia in favore di questi luoghi per me splendidi. Molti dicono che c’è troppo folla, troppa confusione ed in parte è vero, però a queste persone vorrei far notare un paio di cose..in amicizia chiaramente. L’Antermoia è sempre affollato, a parte la bellezza del luogo, perché non provi a salirci da Mazzin, per la valle Udai ?? Faticosissima, lunga ma escursione splendida con panorami particolari molto belli. Oppure salire a Ciampac , per la solitaria val Grepa da Fontanazzo o per la val Jumela da Pozza.??  Qui se ti dovessi  sfortunatamente far male , te la dovresti cavare da solo oppure avere pazienza per due tre ore che passi qualcuno. A proposito di farsi male e restando in tema, qualche anno fa,con mio figlio Sebastiano, per salire al Col Ombert dalla valle di S. Nicolò, ho preferito alle cascate andare a destra alla forcella Paschè. Sotto la cima sono caduto malamente e con una bella abrasione in testa , che però sanguinava molto, sono sceso con mio figlio al Contrin e anche in quel caso ho incontrato gente solo lì..che tra l’altro si è spaventata vedendomi la faccia piena di sangue. Comunque è andata bene e quello che voglio dirti  è che in valle si trovano escursioni per tutti i gusti e gambe, basta saper scegliere e mettersi in gioco, più è lunga l’escursione meno hai probabilità di trovare gente. 
Torniamo al libro. La vetta che cito sempre, è Cima 11 nel gruppo della Vallaccia, una cima che mi ha colpito da ragazzino e che ho salito, anni dopo, la prima volta da solo sotto un’acqua torrenziale. Il lago dove si conoscono i personaggi della storia è il lago Fedaia, con sullo sfondo il Civetta e il bianco ghiacciaio della Marmolada..purtroppo ultimamente sempre più grigio. La regina con la parete d’argento è proprio la Marmolada, nel racconto vista  dal rifugio Vallaccia, bellissimo rifugio davanti a scenari incantevoli e panorami mozzafiato. Dal rifugio cima Costabella e tutto il gruppo, i Monzoni, sass Morin e cima 11 , riempiono di gioia occhi e cuore. Anche se solo per fare una escursione facile, e un po’ faticosa , vale sempre la pena arrivare a questo rifugio, in particolare per l’affabilità e la bravura in cucina, che anche in montagna non guasta mai,della famiglia dei gestori. Io veramente  e mi ripeto, ma perché è importante e vera la cosa, trovo che a parte la bellezza dei luoghi, anche le persone di questa valle siano veramente gentilissime e cordiali, a immagine e somiglianza dello loro splendide montagne. Probabilmente è la loro indole LADINA a farle essere così cordiali e gentili. Non è un luogo comune, io in Dolomiti ho girato qualche valle dove dicevano di odiare gli Italiani che li opprimevano dal 1918.  Mi permetto di sottolineare che l’albergo dove arriva Alberto, uno dei protagonisti del racconto è l’hotel dove felicemente soggiorno io con la mia famiglia quando, purtroppo troppo poco, si va in vacanza. L’hotel si chiama  CIMA 11 , come la mia montagna e appena si entra si è subito colpiti dall’ accoglienza che la Claudia e la Gemma , con sua figlia Federica  , le sorelle che gestiscono l’albergo sanno farti sentire. Ormai, col mio gruppo e credimi siamo in molti, ci andiamo da anni e ogni volta è sempre una sorpresa per chi ,veramente in quei tre giorni, per merito di queste donne di montagna, si sente come a casa. Se le montagne sono belle è sempre una cosa per cui vale la pena darsi da fare, ma se oltre alle cime, ci sono dei sorrisi, delle belle parole e come dicevo prima parlando del rifugio anche un’ottima cucina, siamo a cavallo. Io spero che la storia ti piaccia , che ti sappia suscitare l’emozione come ha fatto con me e che magari qualche giorno, i tuoi passi possano incrociare i miei  magari nel mio Nirvana, la mia valle del cuore,
                        

                                   la   VAL DI FASSA.






Emiliano..

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa