giovedì 28 ottobre 2021
I RICORDI DI UN UOMO SEMPLICE.. MA VIVO
L ' anziano signore , che poi è antipatico chiamare le persone anziane, meglio dire " diversamente giovane " si chiama Bruno, ma il suo nome potrebbe essere un altro, Pietro, Luigi, Giovanni ,Franco, tutte persone che hanno vissuto diversi tempi e momenti della vita e che magari qualcuno lo rimpiangono ancora.
Guardando Bruno in viso, non si capisce la sua età, perché spesso le rughe della difficoltà del cercare di vivere ancora una esistenza decente e soddisfacente, sono coperte da un sorriso. Ai più può sembrare una smorfia ma non sono altro che reazioni a pensieri vaganti verso il vissuto che ,giorno dopo giorno, hanno riempito di pensieri, di emozioni..o hanno svuotato, dipende sempre dai periodi, una vita.
Comunque Bruno, quasi incurante dell chiacchiericcio delle mamme al parco , impegnate a spettegolare sulla gente, con un occhio ai piccoli e uno alle notizie dell' ultima ora che qualcuna sa sempre riportare, fissa, come fosse un luogo lontano e magico, lo specchio perfetto della superficie del lago,ammirando, come fosse un bellissimo quadro le varie immagini che il riflesso restituisce ai suoi occhi.
Ad un certo punto, un bambino um po ' più grande, o forse più vivace, getta nell ' acqua, a mo' di gioco, un sasso e dali punto di entrata nell' acqua, che adesso non restituisce più le immagini nitide riflesse, si formano varo cerchi concentrici che cancellano la perfezione delle figure, ma rimandano i pensieri dell' uomo a fatti e persone passate. Cose che, forse grazie a qualcosa di banale e accidentale, hanno cambiato, probabilmente formato la sua vita, prima sparigliandone i contorni, poi regalando alle cose accadute e alle loro conseguenze, un aspetto diverso, migliore o peggiore non si sa, sicuramente non previste in una esistenza che spesso scorreva piatta e magari noiosa.
Proprio pensando a come è sfuggente e casuale la vita, guardando l ' azzurro del cielo , foriero spesso di umore gioioso e socievole, gli viene in mente come molte volte bastino qualche nuvoloni scuro e cattivo per cambiare tutto .
Gli torna in mente il racconto che gli aveva appena fatto un carissimo amico, fra singhiozzi di tristezza e paura mitigati solo dalla consapevolezza che spesso il destino è cieco, tu puoi prendere tutte le precauzioni possibili, fare sport ,vita sana , ma quando il Fato ,che nella mitologia Greca era superiore addirittura agli Dei , decide e ti prende di mira , tu nonnsei che una inerme creatura che non può che sperare è affidarsi alla buona sorte o a Qualcuno che possa aiutare a superare certi momenti difficili.
In molti si era appena usciti da una terribile e contagiosa malattia che aveva lasciato in molte case, molte famiglie, sedie vuote cariche di dolorosi ricordi e di inutili rimpianti e Bruno non si aspettava che quel suo amico, così forte e apparentemente in forma fosse stato sfiorata dalla tragica mano della signora in nero con la falce. Anche lui ,come molti altri, era stato colpito dalla malattia, ma a parte molta paura ( in quei giorni, nel loro piccolo paese, i morti giornalieri quasi si contavano sulle dita della mano ) e qualche giorno di febbre altissima, ne era uscito abbastanza bene, solo con qualche dolore che nonostante perdurante, ormai faceva parte del quotidiano. Il suo amico però era stato trasportato in ambulanza e dato per spacciato, con febbre oltre i quaranta. Solo la caparbietà e la testardaggine di una sua parente dottoressa che aveva picchiato i pugni sul tavolo del Pronto 9LuiSoccorso, avevano convinto i sanitari a ricoverarlo, con pochissime se non nessuna speranza di salvezza. Infatti la mattina dopo il ricovero,o medici ,un po' come a militare facevano il contrappeso e controllavano i pazienti, sotto ossigeno, spostando un attimo la mascherina per riconoscerne i volti. Arrivati all' amico di Bruno ,la frase " questo è ancora vivo" ha fatto scendere al soggetto in questione calde e abbondanti lacrime , magari facendo nascere la speranza che lui ce l' avrebbe potuta fare.
Infatti poco a poco , il respiro , ancora affannoso ma sempre più libero e regolare ha ridato vita e voglia di lottare all ' uomo che ormai si era sentito già dentro i sacchi neri in cui, per non infettare venivano posti i cadaveri. La fortuna che quel suo amico ha avuto si è dimostrata molto anche qualche giorno dopo, quando il cellulare sul comodino del suo vicino di letto comincia a squillare. Antonio , chiamiamolo pure così, all' ennesimo squillo aveva risposto..era la moglie del suo vicino di letto che chiedeva se ci fossero novità. Con un gruppo in gola , cercando di non tradire l ' emozione, Antonio aveva risposto che i medici erano a consulto, di chiamare più tardi, non dicendo alla moglie che il suo marito erano ormai ore che era stato portato via nel sopracitato sacco nero. Queste storie avevano colpito tantissimo Bruno che cominciando a osservare l ' acqua del laghetto che tornava stabile, pensava che spesso ci vuole poco e non sempre dipende da noi, per cambiare la vite..e con quel pensiero aveva provato a rivivere con la memoria e con emozione , le molte cose che avevano segnato la sua di vita, nel bene e bel male. Lui veniva da un altro mondo, quasi un' altra epoca, dove ,forse, le cose, le emozioni ,i sentimenti avevano un altro sapore. La vita era dura , ci si accontentava del poco, del quasi nulla che si aveva , però, riguardando indietro la sua esistenza, un pizzico di rimpianto e di nostalgia facevano neppure capolino. Come diceva qualcuno, si stava meglio quando si stava peggio. Adesso i giovani ridono, anche perché, i tempi e le abitudini, come palla di cannone impazzita, erano passati e si erano trasformati, probabilmente senza lasciare il tempo a chi, come lui, come molti altri, di adeguarsi, di abituarsi a queste conquiste di modernita' di civiltà. Ma erano state davvero conquiste?? e proprio tutte?? Poi, è questo lo pensava spesso, forse da allora, ci era stata tolta la fatica ,la durezza del vivere,ma non è che così se ne era andato anche il gusto, la soddisfazione di riuscire nonostante tutto ??
Bruno era anche convinto che tutta questa ricchezza di risorse,di modernita, abbia impoverito se non azzerato completamente la voglia di impegnarsi, di mettersi in gioco e infradito i rapporti umani. Una volta i vari cortili dei paesi, erano quasi microcosmo di amicizia e aiuto reciproco, si sapeva tutto di tutti e quando serviva ci si aiutava. A lui avevano raccontato che il giorno in cui aveva salutato la vita col suo primo vagito e aperto i piccoli occhi sul mondo, in casa dei suoi genitori ,c' era un mondo a fare festa ,per 9poi portarlo in giro per le vie adiacenti alla sua casa, sotto le eleganti mura del castello che avrebbe dominato la sua vista ogni volta che fosse uscito. Erano tempi davvero difficili, ma forse con l' emozione della memoria che spesso cancella o attutisce i brutti e non piacevoli ricordi, erano tempi a modo loro davvero belli. L' attempato uomo con un pizzico di nostalgia, prova a tornare con la mente al bello che per la sua anima c' era in quel periodo. L'inverno era una stagione vera, nevicava copiosamente e la neve restava per terra col suo candido mantello fin quasi a primavera, rinforzando però, col suo abbraccio caldo sulla terra, il frumento che avrebbe poi dato il pane. I fossi e le rogge in campagna erano lastre di ghiaccio così solide che i ragazzini spesso si sfidavano a camminarci sopra. Senza contare le divertenti e spesso dolorose scivolate sui lastroni di ghiaccio che si formavano sulle strade di campagna. Poi l ' abbondanza di alberi che c' era a quei tempi ,regalava all ' ambiente atmosfere magiche.
In casa di solito c' era una stufa sola, nell ' ambiente più vissuto della casa e di notte, per dormire al caldo si mettevano sotto le lenzuola degli arnesi di legno , chiamati frati, che contenevano scaldini di ferro pieni di braci di legno e carbone. A Bruno scappa un sorriso nel ripensare alle volte che a letto cercava continuamente visto che il letto scottava , di spostare le gambe verso il fresco . La primavera poi era una esplosione di colori e di fiori di ogni tipo, a maggio di solito,ci si metteva in pantaloncini e maglietta con maniche corte ,fino a settembre inoltrato. In effetti tempi erano un po' strani davvero. I ragazzi di oggi magari sorrideranno , ma allora non c' erano i telefoni che facendo foto e di tutto, ti fanno sembrare bello anche se sei impegnato e seminudo a espletare le tue funzioni corporali. Non esistevano i marchingegni che mettono in crisi Cracco e company perché metti un un contenitore gli ingredienti e ti escono leccornie da palati sopraffino, insomma si viveva in modo semplice e senza tante pseudo comodità. Allora non erano ancora uscite allo scoperto le mamme che ne sanno più dei professori . Si andava a scuola tutti a piedi e non si vedevano SUV parcheggiati in terza fila perché i figli devono fare poca fatica e a scuola si va col macchinone. Se non stavi bene non occorreva chiamare il comitato tecnico scentifico direttamente al ministero, ma ti accompagnava a casa , sulla canna della bicicletta, prontamente il bidello ( allora si chiamava così ed entrava bel cuore di tutti ). Alle maestre si dava devotamente del lei e le questioni scolastiche si risolvevano in un amen senza troppi inutili fronzoli. Quando si incontrava una suora, cosa molto comune in quegli anni , allora ce ne erano in quasi tutto i paesi, si salutava educatamente con un bel e sincero " Sia lodato Gesù Cristo " e arrivava subito la risposta,
" sempre Sia lodato " e ugualmente con i preti.
Gli anziani addirittura si toglievano il cappello o ne miravano il gesto. Era di moda tutto un altro tipo di educazione. E cosa molto importante, se tornavi a casa dicendo alla tua mamma di aver litigato o che la maestra ti aveva sgridato, prendevi da lei quello che non ti aveva dato gli altri.
NOTA DELL' AUTORE..
A proposito di preti e suore, forse si è un po' esagerato con un certo tipo di educazione e ti faccio due esempi. Io ho fatto la Prima Comunione in seconda elementare, quindi credo a otto anni e nel catechismo di preparazione ,spesso la suora dipingeva il peccato di noi bambini come un chiodo messo nella carne ogni volta di quel povero Uomo Crocifisso per noi e credimi la cosa mi aveva molto impressionato e colpito tanto che mi sono creato un bel po' di sensi di colpa fino a quando ho capito che senza peccato non ci sarebbe la gioia, l ' amore del perdono. Oppure, in una delle prime confessioni, ero andato con amici a mangiare le ciliege in un parco non nostro, quindi a rubare le ciliege. Davanti al vecchio parroco in confessione ,mi vergognavo troppo a dire " ho rubato " quindi ho tirato fuori " ho commesso atti impuri " avevo otto anni ,come dicevo, mi immagino cosa abbia potuto pensare l 'anziano sacerdote.
Ma torniamo all ' atmosfera di quei tempi. Come dice una bellissima canzone del Principe Francesco Degregori ( credo si intitoli il 56 ) " il Natale allora si che era una festa vera, cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima, i regali mi duravano una settimana ) questa festa era La Festa e si viveva davvero in modo speciale. Si stava tutti in famiglia e il pranzo era davvero una occasione per stare insieme e vivere il senso vero della famiglia. Si metteva il panettone, che allora si mangiava quel giorno e non a inizio novembre , sulla stufa a fare ammorbidire ,grazie credo al burro , la pasta gialla che profumata la casa di note caratteristiche e golose. Ancora oggi a Bruno scappa un mezzo sorriso nel pensare al gusto del pranzo ,con l ' antipasto di salumi ( non abbondanti ma gustosissimi ) i funghetti , i carciofini, le cipolline. Il primo con le lasagne e il secondo con il cappone ripieno e contorno di patate. Piatti che gustandosi quasi ogni giorno hanno perso un po ' di gusto , ma restano nitidi e ancora squisiti nei ricordi.
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