lunedì 22 ottobre 2018

BENVENUTA ILARY..piccolo tesoro..ogni bambino che nasce è un regalo per il mondo, e lo rende più bello e speciale


Hai appena aperto gli occhi sulla magnifica esperienza che è la vita e tutto intorno ti sembrerà ovattato e nascosto.  Ma un giorno, mamma e papà, ti faranno conoscere, dopo averti fatto dono del loro amore assoluto, che ti ha messo al mondo, della conoscenza di mondi meravigliosi che ti circondano.  Imparerai con loro, che ci vivono ogni giorno, la bellezza delle rocce che grige assolate, nere bagnate ,oppure rosse nella luce purpurea del tramonto, sembrano volere rendere grazie al Creatore , col loro sfidare il cielo , di averle create. 


 Camminerai con mamma e papà, stringendo le loro mani tenere e forti, per i prati pieni di fiori multicolori, per i boschi dove, col frusciare degli alberi accarezzati dal vento, ti sembrerà di ascoltare musiche celestiali.  


Ti abbevererai con le tue candide manine, dell'acqua fresca e dissetante di sorgenti incantate e laghetti magici, magari specchiando il tuo bel visino nelle gelide e cristalline acque che ti regaleranno attimi impagabili.  


Ma capirai che tutte queste bellezze, tutti questi tesori saranno poca cosa davanti al dono più grande che i tuoi genitori ti hanno fatto, la vita. Questa vita che ha innalzato, grazie al tuo arrivo, il loro amore a livelli assoluti, li ha resi orgogliosi e felici ad ogni tuo sorriso, ogni tuo emozionante gesto che ogni giorno regalerai al loro essere genitori. Piccola stella, tu per loro, mamma e papà, i nonni e tutti quelli che ti vogliono e vorranno bene, sei e sarai proprio come l'acqua delle sorgenti , fonte di gioia e di appagamento nelle spesso aride giornate della vita..il primo raggio di sole che illumina e riscalda la notte buia e fredda, l'alito di vento che accarezza piacevolmente le guance accaldate dalla calura estiva.

  Tesoro impagabile, fai tuo l'amore che ti hanno trasmesso , tienilo sempre con te anche quando ti sembrerà che il passo sarà difficile e faticoso per arrivare in cima ai tuoi sogni e non dimenticare mai che sei frutto dell'amore assoluto di due persone che camminando insieme si sono accorte di una mancanza ..e ti hanno chiamato alla vita, illuminando i loro passi di luce nuova che il tuo sorriso saprà irradiare. E , quando sarai grande, custodisci nel cuore l'amore che ti hanno dato, perchè ti porti a capire che è il dono più bello e grande che ognuno può fare a chi cammina con noi. 
BENVENUTA  al mondo.

                                                                         Emiliano

domenica 21 ottobre 2018

Ti prendo per mano e ti porto un poco nel mio libro più sentito


Io credo debba spiegare questa mia insistenza, con chi mi è amico, per leggere questo mio libro. La storia è triste, un papà perde un figlio in montagna e , per fortuna , non riguarda me, però in ogni frase del libro, in ogni pagina, c'è tutto quello che sono, con i miei difetti e le rare virtù.


I.                    E COMINCIA LA VACANZA..
Non so se è una cosa che capita a tutti, ma Alberto , ogni volta che arriva nel luogo che tanto ama, la sua mai dimenticata e sempre desiderata valle, ha l’impressione che il viaggio sia stato lunghissimo, che le agognate montagne non arrivassero mai, invece al contrario, quando tristemente e logicamente le vacanze finiscono, in un attimo si ritrova al paese da dove è partito pieno di sogni gioiosi e speranza di indimenticabili salite. Magari, anzi , probabilmente, è solo un’impressione e basta poco a farsela passare , un bel respiro profondo , uno sguardo da innamorato a profili che nonostante siano da lui conosciuti , gli serbano sempre piacevoli sorprese ed emozioni, come se, come fa una donna innamorata, si vestissero come meglio possono per l’incontro con la persona amata. Comunque il nostro amico, parcheggia l’auto, scarica le innumerevoli valigie, perché sua moglie , come molte altre è prudente e si porta  mezza casa, saluta le signore , gentilissime e sempre sorridenti che gestiscono l’albergo e , dopo aver salutato i suoi cari, parte di buona gamba verso la cima che sovrasta il paese, la prima che lo aveva stregato e che aveva salito sotto un temporale infernale. 



In genere faccio così, arrivo, saluto la Gemma , la Federica e la Claudia, poi parto per le mie escursioni, quasi sempre solo e spessissimo salgo verso la vetta di Cima 11. ( una delle tante Cima11 delle Dolomiti, questa è nel gruppo della Vallaccia ) 
Una volta, ero così preso da una salita da salire in macchina e partire con mia moglie che lasciata giù picchiava la mano sulla capotte della macchina per salire..ero già con lamente lassù

Chi va spesso in montagna lo sa, c’è ancora l’usanza di salutarsi sui sentieri e la cosa è molto bella e speriamo non finisca mai, ma il saluto di quel giorno è stato qualcosa di più, quasi una richiesta di aiuto, sicuramente una scusa per trovare qualcuno disposto ad ascoltare e forse per aiutare l’anima triste e greve ad alleggerirsi un po’ del peso che porta da anni.   Il vecchio che , presentandosi dice di chiamarsi Luigi, sa però che il nostro amico deve salire sulla cima, sul suo agognato sogno , per cui invita Alberto, il pomeriggio , tornato dalla bella avventura , a fermarsi per bere qualcosa insieme così gli potrà raccontare perché per quella cima, per quelle rocce ormai colorate dal giallo caldo del sole, prova una sorta di amore odio, amore per tutto quello che gli ha dato ed è stato moltissimo, ma odio per quello che gli ha tolto ed è stata la cosa più atroce della sua vita..quella vetta , con un maligno sasso, gli aveva tolto per sempre il suo bene più grande, il suo amore più immenso, suo figlio Tommaso.



Credo che per noi innamorati della montagna, questo sia uno delle paure più grandi, perdere i nostri figli per una passione che abbiamo coltivato per loro e con loro..Comunque l'anziano Signore racconta la sua storia, di come, lui nato al mare, per lavoro in montagna , qui aveva conosciuto l'amore assoluto della sua vita, Maria e di come, non so se è capitato anche a voi, il primo incontro sia stato quasi uno scontro..mia moglie mi dice sempre che la sera che ci siamo conosciuti le stavo pesantemente sulle scatole, voi no??



. I momenti migliori di pausa e riflessione erano però al mattino presto, dopo un bel caffè nero e forte mi godevo , appoggiato al parapetto, una sigaretta e guardavo i primi raggi di sole, giocare con l’acqua e regalarle riflessi unici e a volte indescrivibili. E una di queste mattine, è capitato il fatto che ha cambiato per sempre la mia vita. Non so se ci pensi mai, tu sei molto più giovane di me, ma se certi momenti vissuti, certe coincidenze naturali non fossero capitate, come potrebbe essere la nostra vita?? A volte mi capita di pensare che noi, tutto il nostro vivere , non sia altro che una conseguenza di fatti, anche piccoli e insignificanti ma casuali , altrimenti tutto sarebbe diverso. Ti capita mai di immaginare una vita diversa solo magari per il fatto che, invece di andare a sinistra andavi dritto?? Quella mattina mi ero fumato la solita prima sigaretta ( ormai ho smesso da tanti anni ed è una delle cose che mi rende felice, ad un certo punto ho deciso, basta,io non volevo che un mio vizio fosse più forte della mia vita )e come al solito e da vero cialtrone ho buttato il mozzicone per terra spegnendolo con un piede. Di colpo, una voce , dolce ma decisa mi ha fatto sussultare, era di una ragazza che qualche mattino avevo notato ammirare il lago e che a ragione, mi rimproverava per il mozzicone. Sono arrossito di colpo e ho biascicato malamente un mi scusi che però è suonato falso anche a me, però ero veramente dispiaciuto e goffo e smarrito ho girato le spalle e me ne sono tornato in casa, arrabbiato per la stupidata, ma colpito da quella ragazza, veramente carina, credo con un bel sorriso se un giorno avessi avuto l’occasione per coglierlo e due fossette intorno alle labbra che le davano anche un’aria sbarazzina.  Al primo momento , visto che ero di spalle, avevo voglia di rispondere male, da vero maleducato, al mattino sono sempre un po’ nervoso e questa vuole rovinarmi questo attimo di grazia. L’intenzione era quella, poi voltatomi e avendo visto quello sguardo cosi intenso ma a modo suo dolce anche nella momentanea durezza , mi sono sciolto e la mia vita quel giorno, quegli interminabili attimi in cui la pensavo ha avuto un senso un po’ più diverso dal solito. Inutile dirti che la giornata è passata con la ragazza del lago nella testa, con le mie idee e i piani per chiederle scusa seriamente e magari conoscerla, non mi ero mai innamorato prima, le ragazze mi piacevano ma facevo fatica immaginarle vicino o insieme a me, ma questa era diversa. Probabilmente l’ambiente, questo lago magico in certe sue sfumature, quel suo piglio deciso ma gentile e non volgare di ragazza alla mano, quei suoi occhi profondi e vivaci, pieni di voglia di vivere, oppure anche il fatto che , vuoi per gli affetti lontani, vuoi per il lavoro, io mi sentissi solo mi hanno veramente fatto pensare che forse , in certe cose, era ora di darsi una svegliata e provare a mettermi in gioco, tanto solo ero e al massimo solo sarei restato. La notte l’ho passata a preparare discorsi, ad immaginare l’attimo in cui l’avrei rivista, a dire a me stesso che in tutto il mondo succede che un ragazzo chieda ad una ragazza di frequentarsi eppure il sonno è stato agitato ed eterno, nel senso che la mattina, l’attimo fuggente , sembrava non voler arrivare mai.            



Poi arriva Tommaso l 'amatissimo figlio e anche lui prende la malattia per l'Aria Sottile, chissà come mai..Purtroppo un triste giorno il destino porta via ai due sfortunati genitori la loro gioia più grande, Tommaso, l'unico figlio, come dice il vecchio Luigi 
 LA MONTAGNA MI HA DATO E TOLTO TUTTO..
a me per ora ha dato tantissimo. 




IX.        UN DOLORE IMMENSO
Riccardo poi mi avrebbe raccontato come sono andate le cose. La salita si era svolta regolarmente , i ragazzi quasi cantavano nell’arrampicare volando da un appiglio e l’altro . Arrivati in cima, alla stele della Madonna, Tommaso ha scritto due righe sul libro di vetta e dopo aver riposato un poco e riposto i materiali, imbrago , rinvii, e quant’altro, di buona lena hanno cominciato la discesa.  Come tu ben sai, essendoci stato molte volte, ad un certo punto si arriva su un prato e andando a sinistra in dieci minuti si arriva al rifugio, invece tirando dritto, si costeggia , sempre su sentiero, anche se un po’ ripido, una parete rocciosa gialla e verticale. Probabilmente pensavano che fosse presto per finire la giornata per cui, invece di scendere , hanno deciso di proseguire su quell’itinerario che tagliando dei ghiaioni, con un po’ di fatica ma mai troppo pericolo, porta ad una forcella a dieci minuti di una ulteriore cima. Credo che la visione che si ha da questa forcella abbia convinto i due amici ad andarci, infatti da quel luogo si può ammirare la valle nella sua parte bassa e tutte le cime che le fanno corona.  Riccardo mi ha raccontato che, sotto la paretona giallastra ha sentito un sibilo e visto mio figlio che era davanti, barcollare un attimo e stramazzare a terra violentemente.  Il mio ragazzo  non è caduto dal sentiero altrimenti sarebbe rotolato sui ripidi ghiaioni fino ai prati sotto, ma credo che il colpo sia stato mortale. Il suo amico, bianco come un cencio , spaventato e tremante , ha provato a rianimarlo, a chiamarlo ma niente da fare, credo che il mio Tommaso viaggiasse già sulle grigie rocce del paradiso, ci aveva lasciato per sempre.  Trafelato e terrorizzato il giovane amico è corso a perdifiato al rifugio dove i gestori hanno prontamente chiamato il soccorso alpino e il resto lo sai e puoi immaginarlo,il dolore tremendo, la rabbia cieco con questa, con queste montagne, la disperazione di chi , in un attimo ha perso tutto e di più , ha perso la sua ragione di vita. Non puoi immaginare quante volte , in questi anni, mi siano passate davanti agli occhi queste immagini. Il sorriso di mio figlio al mattino, la mia stupida , ma col senno di poi vera apprensione, la parete che nella mia fantasia sembra voler scagliare addosso al mio ragazzo tutte le pietre del mondo.


Non so tu, manon ti è mai capitato un lutto così forte da non pensare ad altro,?? Vedere gli amici di chi è andato via quasi non guardarti per non voler fare peso anche del tuo dolore di genitore?? A me si e in quei momenti ti senti proprio solo e sull'orlo di uno spaventevole precipizio.




      Il titolo di questo saluto  mi avevano detto fosse
                  “QUANDO UN AMICO SE NE VA “   
e credimi se ti dico che il lettore si interrompeva spesso e faticava a trattenere le lacrime , cosa che capitava a chiunque fosse in chiesa , parroco compreso ed è stato un momento altissimo di ricordo e raccoglimento nella preghiera  vicino alle spoglie mortali del mio amato figlio  . Inutile dire che alla fine sempre portando il feretro a spalla avevano cantato il famoso canto” Signore delle cime” e veramente avevano molto senso le parole “ il nostro amico il nostro fratello, lascialo andare per le tue montagne. L’uscita di chiesa tra gli applausi e il lancio di fiori bianchi sul feretro , ci aveva commosso  oltremodo e ancora lacrime  a non finire.   Della tumulazione non ho molti ricordi , troppo dolorosa, ricordo solo le facce degli amici e delle persone che lo conoscevano quando venivano ad abbracciarci o a stringerci la mano e le loro espressioni di dolore , quasi i colpa  , nello stringesi attorno a noi in questo momento di atroce dolore. E a loro col tempo il dolore sarebbe passato, sarebbe rimasto il dolce ricordo di un ragazzo che amava la vita e sapeva farsi e farla amare, ma la loro vita , per fortuna sarebbe continuata. Credo sia stato solo un impressione oppure gli occhi velati dalle lacrime , ma un attimo mi era sembrato di aver visto , la stele della cima, lontanissima e invisibile da qui, luccicare nel solo del pomeriggio in una immaginaria e dolcissima lacrima , a ricordo di una persona che l’aveva oltremodo amata.


E' sempre un dolore atroce perdere qualcuno  che si ama, se poi è carne della nostra carne penso che l'anima resti lacerata, dilaniata per sempre..



Del resto, nei Vangeli, Gesù piange solo due volte, su Gerusalemme e sull’amico Lazzaro appena morto, quindi se ha pianto Lui è comprensibile il nostro dolore , la nostra vacillante fede. Che , ti dirò col senno di poi, Lui , come Padre amorevole e misericordioso, avrebbe illuminato e fortificato. 


Io credo sia davvero una bella storia, commovente, un po' triste , ma da leggere . Come ti dicevo in ogni personaggio c'è un po' , molto di me, delle mie gioie, dei miei dolori, di cui qualcuno davvero devastante, delle mie speranze.  Per concludere questapiccola carellata di metto la preghiera che ho scritto in chiusura, che vuole essere un augurio affinchè la tua vita, il tuo andare in montagna siano sempre occasione di gioia infinita..con un pensiero a chi, come Tommaso e tanti altri, per troppo volare verso la luce , non è più tornato.



Potrei raccontarti la bellezza di stringere forte e continuamente  un pezzo di roccia per  arrampicarti su un muro verticale fino ad arrivare in cima ad un sogno.
Potrei narrarti la fatica del primo passo, primo di moltissimi, quando mille altre cose reclamano la tua attenzione, ma tu lo fai perché non smetterai mai di cercare di vivere le tue aspirazioni. Oppure la bellezza e leggiadria dell’ultimo passo, quello che regala più gioia, perché tutto è finito e tu , ancora una volta  hai esaudito e onorato il tuo desiderio del mattino, toccando un lembo piccolo o grande, ma sempre indimenticabile che è la cima.
 Potrei parlarti del sole che ti bacia sulla fronte , quando sei già alto sul ghiacciaio e ti regala fiducia ,buonumore e sensazioni uniche, perché i tuoi occhi e il tuo cuore possono vedere le bellezze della natura che il buio della notte ti aveva celato.
 Potrei parlare con te di mille e mille cose che la montagna mi sa regalare, ma te ne dico una sola , forse quella più importante. Perché non provi anche tu a lasciare per un poco  la pigrizia, la sottile paura che attanaglia il cuore   e non ti metti in gioco in quel fantastico mondo che sono le montagne??
 Vedrai , probabilmente ti riempiranno il cuore, ma se non succede, credo che almeno un poco  conoscerai e capirai il senso delle mie parole d’amore e dei miei occhi illuminati di gioia.
E forse  non penserai mai più che chi sale montagne lo fa perché nella vita non ha niente altro di meglio da fare.
Emiliano

La valle dove si svolge la storia è , quello che per me è il Paradiso in terra, la Val di Fassa, che spesso è stata , con le sue bellezze, le sue superbe montagne, incantevoli laghi e bellissimi boschi , con la sua esuberante natura, unguento speciale per le mie innumerevoli ferite..



Emiliano..

sabato 13 ottobre 2018

DOMANI FANNO SANTO, UN GRANDE UOMO, PURTROPPO POCO CAPITO AI SUOI TEMPI..PAPA PAOLO VI


Questa è una parte del suo saluto alla vita e al mondo e credo siano parole di alto spessore oltre molto profonde sentite e vere..il saluto alla sua Chiesa che ha servito e amato fino alla fine, nonostante l'amarezza di momenti bui.
Lui che  era Pietro, come l'Apostolo non ha avuto paura della tempesta, del mare in burrasca, si è fidato del Signore e sulla Sua Parola ha gettato le reti. 




 Fisso lo sguardo verso il mistero della morte, e di ciò che la segue, nel lume di Cristo, che solo la rischiara; e perciò con umile e serena fiducia. Avverto la verità, che per me si è sempre riflessa sulla vita presente da questo mistero, e benedico il vincitore della morte per averne fugate le tenebre e svelata la luce.
Dinanzi perciò alla morte, al totale e definitivo distacco dalla vita presente, sento il dovere di celebrare il dono, la fortuna, la bellezza, il destino di questa stessa fugace esistenza: Signore, Ti ringrazio che mi hai chiamato alla vita, ed ancor più che, facendomi cristiano, mi hai rigenerato e destinato alla pienezza della vita.
Parimente sento il dovere di ringraziare e di benedire chi a me fu tramite dei doni della vita, da Te, o Signore, elargitimi: chi nella vita mi ha introdotto (oh! siano benedetti i miei degnissimi Genitori!), chi mi ha educato, benvoluto, beneficato, aiutato, circondato di buoni esempi, di cure, di affetto, di fiducia, di bontà, di cortesia, di amicizia, di fedeltà, di ossequio. Guardo con riconoscenza ai rapporti naturali e spirituali che hanno dato origine, assistenza, conforto, significato alla mia umile esistenza: quanti doni, quante cose belle ed alte, quanta speranza ho io ricevuto in questo mondo!
Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono, anche superiore, della fede e della grazia, in cui alla fine unicamente si rifugia il mio essere superstite? Come celebrare degnamente la tua bontà, o Signore, per essere io stato inserito, appena entrato in questo mondo, nel mondo ineffabile della Chiesa cattolica? Come per essere stato chiamato ed iniziato al Sacerdozio di Cristo? Come per aver avuto il gaudio e la missione di servire le anime, i fratelli, i giovani, i poveri, il popolo di Dio, e d’aver avuto l’immeritato onore d’essere ministro della santa Chiesa, a Roma specialmente, accanto al Papa, poi a Milano, come arcivescovo, sulla cattedra, per me troppo alta, e venerabilissima dei santi Ambrogio e Carlo, e finalmente su questa suprema e formidabile e santissima di San Pietro? In aeternum Domini misericordias cantabo.
Siano salutati e benedetti tutti quelli che io ho incontrati nel mio pellegrinaggio terreno; coloro che mi furono collaboratori, consiglieri ed amici – e tanti furono, e così buoni e generosi e cari!
benedetti coloro che accolsero il mio ministero, e che mi furono figli e fratelli in nostro Signore!


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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa