Io credo debba spiegare questa mia insistenza, con chi mi è amico, per leggere questo mio libro. La storia è triste, un papà perde un figlio in montagna e , per fortuna , non riguarda me, però in ogni frase del libro, in ogni pagina, c'è tutto quello che sono, con i miei difetti e le rare virtù.
I.
E COMINCIA LA VACANZA..
Non so se è una cosa che
capita a tutti, ma Alberto , ogni volta che arriva nel luogo che tanto ama, la
sua mai dimenticata e sempre desiderata valle, ha l’impressione che il viaggio
sia stato lunghissimo, che le agognate montagne non arrivassero mai, invece al
contrario, quando tristemente e logicamente le vacanze finiscono, in un attimo
si ritrova al paese da dove è partito pieno di sogni gioiosi e speranza di
indimenticabili salite. Magari, anzi , probabilmente, è solo un’impressione e
basta poco a farsela passare , un bel respiro profondo , uno sguardo da
innamorato a profili che nonostante siano da lui conosciuti , gli serbano
sempre piacevoli sorprese ed emozioni, come se, come fa una donna innamorata,
si vestissero come meglio possono per l’incontro con la persona amata. Comunque
il nostro amico, parcheggia l’auto, scarica le innumerevoli valigie, perché sua
moglie , come molte altre è prudente e si porta
mezza casa, saluta le signore , gentilissime e sempre sorridenti che
gestiscono l’albergo e , dopo aver salutato i suoi cari, parte di buona gamba
verso la cima che sovrasta il paese, la prima che lo aveva stregato e che aveva
salito sotto un temporale infernale. In genere faccio così, arrivo, saluto la Gemma , la Federica e la Claudia, poi parto per le mie escursioni, quasi sempre solo e spessissimo salgo verso la vetta di Cima 11. ( una delle tante Cima11 delle Dolomiti, questa è nel gruppo della Vallaccia )
Una volta, ero così preso da una salita da salire in macchina e partire con mia moglie che lasciata giù picchiava la mano sulla capotte della macchina per salire..ero già con lamente lassù
Chi va spesso in montagna lo sa, c’è ancora l’usanza di salutarsi sui sentieri e la cosa è molto bella e speriamo non finisca mai, ma il saluto di quel giorno è stato qualcosa di più, quasi una richiesta di aiuto, sicuramente una scusa per trovare qualcuno disposto ad ascoltare e forse per aiutare l’anima triste e greve ad alleggerirsi un po’ del peso che porta da anni. Il vecchio che , presentandosi dice di chiamarsi Luigi, sa però che il nostro amico deve salire sulla cima, sul suo agognato sogno , per cui invita Alberto, il pomeriggio , tornato dalla bella avventura , a fermarsi per bere qualcosa insieme così gli potrà raccontare perché per quella cima, per quelle rocce ormai colorate dal giallo caldo del sole, prova una sorta di amore odio, amore per tutto quello che gli ha dato ed è stato moltissimo, ma odio per quello che gli ha tolto ed è stata la cosa più atroce della sua vita..quella vetta , con un maligno sasso, gli aveva tolto per sempre il suo bene più grande, il suo amore più immenso, suo figlio Tommaso.
Credo che per noi innamorati della montagna, questo sia uno delle paure più grandi, perdere i nostri figli per una passione che abbiamo coltivato per loro e con loro..Comunque l'anziano Signore racconta la sua storia, di come, lui nato al mare, per lavoro in montagna , qui aveva conosciuto l'amore assoluto della sua vita, Maria e di come, non so se è capitato anche a voi, il primo incontro sia stato quasi uno scontro..mia moglie mi dice sempre che la sera che ci siamo conosciuti le stavo pesantemente sulle scatole, voi no??
. I momenti migliori di pausa e riflessione erano però al mattino presto, dopo un bel caffè nero e forte mi godevo , appoggiato al parapetto, una sigaretta e guardavo i primi raggi di sole, giocare con l’acqua e regalarle riflessi unici e a volte indescrivibili. E una di queste mattine, è capitato il fatto che ha cambiato per sempre la mia vita. Non so se ci pensi mai, tu sei molto più giovane di me, ma se certi momenti vissuti, certe coincidenze naturali non fossero capitate, come potrebbe essere la nostra vita?? A volte mi capita di pensare che noi, tutto il nostro vivere , non sia altro che una conseguenza di fatti, anche piccoli e insignificanti ma casuali , altrimenti tutto sarebbe diverso. Ti capita mai di immaginare una vita diversa solo magari per il fatto che, invece di andare a sinistra andavi dritto?? Quella mattina mi ero fumato la solita prima sigaretta ( ormai ho smesso da tanti anni ed è una delle cose che mi rende felice, ad un certo punto ho deciso, basta,io non volevo che un mio vizio fosse più forte della mia vita )e come al solito e da vero cialtrone ho buttato il mozzicone per terra spegnendolo con un piede. Di colpo, una voce , dolce ma decisa mi ha fatto sussultare, era di una ragazza che qualche mattino avevo notato ammirare il lago e che a ragione, mi rimproverava per il mozzicone. Sono arrossito di colpo e ho biascicato malamente un mi scusi che però è suonato falso anche a me, però ero veramente dispiaciuto e goffo e smarrito ho girato le spalle e me ne sono tornato in casa, arrabbiato per la stupidata, ma colpito da quella ragazza, veramente carina, credo con un bel sorriso se un giorno avessi avuto l’occasione per coglierlo e due fossette intorno alle labbra che le davano anche un’aria sbarazzina. Al primo momento , visto che ero di spalle, avevo voglia di rispondere male, da vero maleducato, al mattino sono sempre un po’ nervoso e questa vuole rovinarmi questo attimo di grazia. L’intenzione era quella, poi voltatomi e avendo visto quello sguardo cosi intenso ma a modo suo dolce anche nella momentanea durezza , mi sono sciolto e la mia vita quel giorno, quegli interminabili attimi in cui la pensavo ha avuto un senso un po’ più diverso dal solito. Inutile dirti che la giornata è passata con la ragazza del lago nella testa, con le mie idee e i piani per chiederle scusa seriamente e magari conoscerla, non mi ero mai innamorato prima, le ragazze mi piacevano ma facevo fatica immaginarle vicino o insieme a me, ma questa era diversa. Probabilmente l’ambiente, questo lago magico in certe sue sfumature, quel suo piglio deciso ma gentile e non volgare di ragazza alla mano, quei suoi occhi profondi e vivaci, pieni di voglia di vivere, oppure anche il fatto che , vuoi per gli affetti lontani, vuoi per il lavoro, io mi sentissi solo mi hanno veramente fatto pensare che forse , in certe cose, era ora di darsi una svegliata e provare a mettermi in gioco, tanto solo ero e al massimo solo sarei restato. La notte l’ho passata a preparare discorsi, ad immaginare l’attimo in cui l’avrei rivista, a dire a me stesso che in tutto il mondo succede che un ragazzo chieda ad una ragazza di frequentarsi eppure il sonno è stato agitato ed eterno, nel senso che la mattina, l’attimo fuggente , sembrava non voler arrivare mai.
Poi arriva Tommaso l 'amatissimo figlio e anche lui prende la malattia per l'Aria Sottile, chissà come mai..Purtroppo un triste giorno il destino porta via ai due sfortunati genitori la loro gioia più grande, Tommaso, l'unico figlio, come dice il vecchio Luigi
LA MONTAGNA MI HA DATO E TOLTO TUTTO..
a me per ora ha dato tantissimo.
IX. UN
DOLORE IMMENSO
Riccardo poi mi avrebbe raccontato come sono
andate le cose. La salita si era svolta regolarmente , i ragazzi quasi
cantavano nell’arrampicare volando da un appiglio e l’altro . Arrivati in cima,
alla stele della Madonna, Tommaso ha scritto due righe sul libro di vetta e
dopo aver riposato un poco e riposto i materiali, imbrago , rinvii, e
quant’altro, di buona lena hanno cominciato la discesa. Come tu ben sai, essendoci stato molte volte,
ad un certo punto si arriva su un prato e andando a sinistra in dieci minuti si
arriva al rifugio, invece tirando dritto, si costeggia , sempre su sentiero,
anche se un po’ ripido, una parete rocciosa gialla e verticale. Probabilmente
pensavano che fosse presto per finire la giornata per cui, invece di scendere ,
hanno deciso di proseguire su quell’itinerario che tagliando dei ghiaioni, con
un po’ di fatica ma mai troppo pericolo, porta ad una forcella a dieci minuti
di una ulteriore cima. Credo che la visione che si ha da questa forcella abbia
convinto i due amici ad andarci, infatti da quel luogo si può ammirare la valle
nella sua parte bassa e tutte le cime che le fanno corona. Riccardo mi ha raccontato che, sotto la
paretona giallastra ha sentito un sibilo e visto mio figlio che era davanti,
barcollare un attimo e stramazzare a terra violentemente. Il mio ragazzo non è caduto dal sentiero altrimenti sarebbe
rotolato sui ripidi ghiaioni fino ai prati sotto, ma credo che il colpo sia
stato mortale. Il suo amico, bianco come un cencio , spaventato e tremante , ha
provato a rianimarlo, a chiamarlo ma niente da fare, credo che il mio Tommaso
viaggiasse già sulle grigie rocce del paradiso, ci aveva lasciato per
sempre. Trafelato e terrorizzato il
giovane amico è corso a perdifiato al rifugio dove i gestori hanno prontamente
chiamato il soccorso alpino e il resto lo sai e puoi immaginarlo,il dolore
tremendo, la rabbia cieco con questa, con queste montagne, la disperazione di
chi , in un attimo ha perso tutto e di più , ha perso la sua ragione di vita.
Non puoi immaginare quante volte , in questi anni, mi siano passate davanti
agli occhi queste immagini. Il sorriso di mio figlio al mattino, la mia stupida
, ma col senno di poi vera apprensione, la parete che nella mia fantasia sembra
voler scagliare addosso al mio ragazzo tutte le pietre del mondo.Non so tu, manon ti è mai capitato un lutto così forte da non pensare ad altro,?? Vedere gli amici di chi è andato via quasi non guardarti per non voler fare peso anche del tuo dolore di genitore?? A me si e in quei momenti ti senti proprio solo e sull'orlo di uno spaventevole precipizio.
Il
titolo di questo saluto mi avevano detto
fosse ,
“QUANDO UN AMICO SE NE VA “
e credimi se ti dico che il lettore si interrompeva spesso e faticava a
trattenere le lacrime , cosa che capitava a chiunque fosse in chiesa , parroco
compreso ed è stato un momento altissimo di ricordo e raccoglimento nella
preghiera vicino alle spoglie mortali
del mio amato figlio . Inutile dire che
alla fine sempre portando il feretro a spalla avevano cantato il famoso canto”
Signore delle cime” e veramente avevano molto senso le parole “ il nostro amico
il nostro fratello, lascialo andare per le tue montagne. L’uscita di chiesa tra
gli applausi e il lancio di fiori bianchi sul feretro , ci aveva commosso oltremodo e ancora lacrime a non finire. Della tumulazione non ho molti ricordi ,
troppo dolorosa, ricordo solo le facce degli amici e delle persone che lo
conoscevano quando venivano ad abbracciarci o a stringerci la mano e le loro
espressioni di dolore , quasi i colpa ,
nello stringesi attorno a noi in questo momento di atroce dolore. E a loro col
tempo il dolore sarebbe passato, sarebbe rimasto il dolce ricordo di un ragazzo
che amava la vita e sapeva farsi e farla amare, ma la loro vita , per fortuna
sarebbe continuata. Credo sia stato solo un impressione oppure gli occhi velati
dalle lacrime , ma un attimo mi era sembrato di aver visto , la stele della
cima, lontanissima e invisibile da qui, luccicare nel solo del pomeriggio in
una immaginaria e dolcissima lacrima , a ricordo di una persona che l’aveva
oltremodo amata.
E' sempre un dolore atroce perdere qualcuno che si ama, se poi è carne della nostra carne penso che l'anima resti lacerata, dilaniata per sempre..
Del resto, nei Vangeli, Gesù piange solo due volte, su Gerusalemme e sull’amico Lazzaro appena morto, quindi se ha pianto Lui è comprensibile il nostro dolore , la nostra vacillante fede. Che , ti dirò col senno di poi, Lui , come Padre amorevole e misericordioso, avrebbe illuminato e fortificato.
Io credo sia davvero una bella storia, commovente, un po' triste , ma da leggere . Come ti dicevo in ogni personaggio c'è un po' , molto di me, delle mie gioie, dei miei dolori, di cui qualcuno davvero devastante, delle mie speranze. Per concludere questapiccola carellata di metto la preghiera che ho scritto in chiusura, che vuole essere un augurio affinchè la tua vita, il tuo andare in montagna siano sempre occasione di gioia infinita..con un pensiero a chi, come Tommaso e tanti altri, per troppo volare verso la luce , non è più tornato.
Potrei
raccontarti la bellezza di stringere forte e continuamente un pezzo di roccia per arrampicarti su un muro verticale fino ad
arrivare in cima ad un sogno.
Potrei
narrarti la fatica del primo passo, primo di moltissimi, quando mille altre cose
reclamano la tua attenzione, ma tu lo fai perché non smetterai mai di cercare
di vivere le tue aspirazioni. Oppure la bellezza e leggiadria dell’ultimo
passo, quello che regala più gioia, perché tutto è finito e tu , ancora una
volta hai esaudito e onorato il tuo
desiderio del mattino, toccando un lembo piccolo o grande, ma sempre
indimenticabile che è la cima.
Potrei parlarti del sole che ti bacia sulla
fronte , quando sei già alto sul ghiacciaio e ti regala fiducia ,buonumore e
sensazioni uniche, perché i tuoi occhi e il tuo cuore possono vedere le
bellezze della natura che il buio della notte ti aveva celato.
Potrei parlare con te di mille e mille cose
che la montagna mi sa regalare, ma te ne dico una sola , forse quella più
importante. Perché non provi anche tu a lasciare per un poco la pigrizia, la sottile paura che attanaglia
il cuore e non ti metti in gioco in
quel fantastico mondo che sono le montagne??
Vedrai , probabilmente ti riempiranno il
cuore, ma se non succede, credo che almeno un poco conoscerai e capirai il senso delle mie
parole d’amore e dei miei occhi illuminati di gioia.
E
forse non penserai mai più che chi sale
montagne lo fa perché nella vita non ha niente altro di meglio da fare.
Emiliano
La valle dove si svolge la storia è , quello che per me è il Paradiso in terra, la Val di Fassa, che spesso è stata , con le sue bellezze, le sue superbe montagne, incantevoli laghi e bellissimi boschi , con la sua esuberante natura, unguento speciale per le mie innumerevoli ferite..
Emiliano..
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