L'ESSERE CURIOSI PUO' DECIDERE UNA VITA??
Ovvero, può la curiosità scatenare una passione
travolgente?
Ci sono nella vita, delle circostanze a volte strane, ma
più spesso assolutamente normali che, viste dopo molti anni e con decenni di
esperienze sulle spalle, hanno un senso che all’origine non ci saremmo mai
aspettati.
Una delle mie prime escursioni in montagna, a 11 o 12 anni,
si svolge nella conca di Cheneil, amena località nella vallata sotto il
Cervino, valle tra l’altro splendido corollario a una delle montagne più belle
e famose d’Europa.
La giornata è perfetta tempo splendido con un sole che,
come capita spesso a queste quote, dà, unito all’azzurro pastello del cielo,
una nitidezza di colori veramente spettacolare.
Dall’alto delle montagne che fanno da corona a questi
alpeggi, gli ultimi nevai estivi sciolgono la neve residua in rigagnoli
infiniti che, in timidi ruscelli, scendono verso valle via via più tumultuosi.
I fiori giocano cullati dal vento a chi è più bello e
colorato e, da lontano, questa rapsodia clorofilliana sembra accompagnare il
nostro incerto passo di montanari da pianura.
In questo quadro idilliaco ecco spuntare dietro una delle
colline più alte, una cima a noi sconosciuta.
La curiosità tipica di noi ragazzini ha la meglio e, se riusciamo
a salire sulla collina, chissà che spettacolo per i nostri occhi vedere
completamente la montagna dalla cima misteriosa.
Il problema è che giunti sulla cima di questa gobba erbosa
la nostra meta si vede meglio, ma purtroppo non ancora completamente.
Insomma alla quarta collina e dopo quasi un’ora di salire e
scendere per poi salire ancora,la vetta misteriosa, come una donna che si
spoglia lentamente per eccitare di più, ci mostra solamente la spalla e la
testa che, anche se come immagine non era completa, ci fa vedere la bellezza
rara se non unica ( perlomeno per me ragazzino ) di questo colosso delle Alpi.
L’oggetto del mio desiderio visivo e di quella bellissima
ma faticosa salita è il Cervino e da quel momento la mia vita, almeno a livello
di sogni, è cambiata completamente.
Sicuramente la mia voglia di scoprire l’infinito con
montagne sempre più difficili è nata da questo scherzetto che la grande becca
mi ha fatto tanti anni prima.
Anni dopo avrò occasione di vedere completamente e, proprio
dalle rocce alla sua base, il Cervino (anche se tuttora ho il rammarico di non
averlo ancora salito ),ma non ho mai più provato la sensazione unica e
coinvolgente di inseguire e non raggiungere mai un sogno.
Tutto il mio salire, da quella volta in poi, è stato seguire
e spesso realizzare delle aspirazioni alpinistiche, ma mi è mancata, forse
anche per l’età o forse per l’esperienza, la curiosità di guardare oltre la
cima per ammirarne una più alta….
Emiliano..
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