lunedì 13 luglio 2015

I CENTO CINQUANTANNI DELLA PRIMA SALITA AL CERVINO..



150  anni fa, il 14 luglio 1865, la mia montagna magica, IL CERVINO, accoglieva sulla sua cima , per la prima volta i piedi di sette intrepidi uomini..quattro di loro non torneranno da quella  impresa, ma il sogno loro realizzato, avrebbe poi accompagnato il vivere di molti altri..dedicata a CROZ, HUDSON, HADOW e Lord FRANCIS DOUGLAS..



IL MIO CERVINO, la montagna del mio cuore..


qualcuno , in passato, ti aveva  giudicato  lo scoglio più nobile d'Europa e se anche così non fosse, per me sei la montagna, la cima più bella di tutte,quella che sogno spesso la sera e che ho sempre anelato di salire. Sei stata, come montagna, il sogno più bello dei tanti che ho avuto..e uno dei pochi che non ho mai potuto far diventare un tenero e bellissimo ricordo..e credo che ormai resterai solo un sogno irrealizzato. Già dalla prima volta che ti ho visto, ed ero un ragazzino, mi ha colpito la tua possente mole che, nascosta da altri rilievi faceva vedere poco ad ogni altezza raggiunta, per cui si doveva ricominciare a salire, in una miriade di fiori, in cima ad un'altra  collina per vedere sempre di più la tua bellezza mozzafiato..


Un pò come una bella donna che si spoglia lentamente per eccitare fino allo spasimo il suo uomo. Poi , passati gli anni, ho ascoltato con confuso timore, le valanghe e le frane di sassi che i tuoi impervi fianchi scaricano ogni giorno e sui terreni sassosi dell'Oriondè, ammirando la tua smisurata mole, ho capito che eri una cima speciale, una di quelle per cui vale la pena di vivere e sognare.   Una volta ho provato ad entrare, silenziosamente e con rispetto, nel tuo ambiente e a croce Carrel, un pò l'entrata più bella verso la tua esaltante cima, ho ascoltato, in riverente e quasi sacrale silenzio, la voce delle tue rocce, delle tue creste , dei ghiacciai che ti fanno da cornice, quasi ad ammonirmi su come entrare rispettosamente in quella cattedrale della natura. 




Come è stato bello e dolce in questi anni, sognare la tua cima, esposta ed affilata, che , come tanti vassali, domina incontrastata , le montagne intorno e che sembra, nella sua arditezza, lanciare una sfida a chi, come me, non si accontenta del  vivere  materiale, ma cerca qualcosa di bello e assoluto, anche se inutile.  Quante volte, preso a schiaffi dal mondo, con la mente ho toccato , uno dopo l'altro i tuoi appigli, i tuoi spigoli verticali e dannatamente belli, per far sorgere il sole anche nel mio animo lacerato.



Io poi, per i casi della vita, ho frequentato altre montagne, approdato in altri porti, realizzato molti altri sogni, qualcuno anche impensabile allora, ma mi manca sempre l'abbraccio caloroso e le lacrime su quella croce che tante volte ho sognato nei momenti bui..una croce illuminata dal sole e calda di vita , a dare ristoro al mio animo ferito e qualche volta scoraggiato.  Anche adesso che ho capito che rimarrai solo un sogno, che forse saresti troppo per me, tante volte , al buio della notte, col sonno che non arriva, la mia mente vola sempre  sulle tue pareti e mi immagina vittorioso e felice di ritorno dall'avventura più bella della mia vita, la salita che sicuramente darebbe un senso più vero e compiuto al mio già speciale salire le montagne..


Emiliano..
p.s.  non fate caso alla sigaretta..sono 11 anni che ho smesso..

2 commenti:

  1. Ho finito di leggere oggi il libro di Messner sulla conquista del Cervino. Tu ci sei salito? Ciao Francesco
    www.watercoloursundayman.blogspot.com

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    Risposte
    1. no, perchè dopo un primo tentativo, i casi della vita mi hanno portato in dolomiti dove ho realizzato altri pazzeschi sogni..ma , mai dire mai.

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa