Quest'anno, a differenza degli altri, la partenza per la gita è al mattino presto, così faremo tre giorni completi e godremo interamente del primo giorno..infatti la partenza è prevista per le cinque del mattino. Lo so che è presto ma la montagna merita questa ed altre fatiche, ripagandoti di tutto, poi in genere, se non fosse per un rompipalle che non cito, si potrebbe anche dormire un poco, ma lui dopo venti minuti incomincia a parlare e a far casino..e logicamente sono in pochi a dormire..pazienza, concediamogli queste brevi pause di notorietà..lui è contento.Del resto è o non è lui la guida??
Si arriva, dopo una bella colazione delle nostre , a passo Nigra , passando da Bolzano e lasciato il pulman si comincia la bellissima camminata , che spero faccia piacere a tutti . Le montagne, i panorami stupendi che vedremo oggi, sono del Catinaccio e si possono ammirare da Bolzano in tutta la loro bellezza mozzafiato, ma noi toccheremo con mano, le rocce , i sassi che formano questa bellissima e credo sconvolgente da sotto opera della natura. Il sentiero si svolge all'inizio in un bosco e poi sempre su prati, con sopra le nostre teste uno dei panorami più belli delle Dolomiti e in un'ora e mezza ci porterà a Malga Costa, proprio sotto lo spigolo Delago e le altre e altissime pareti di questo comprensorio. In genere la malga è conosciuta col nome Tedesco , ma io , come la Teresa dei Legnanesi non so l'estero per cui metto il nome Italiano.
Da qui, le torri, la croda di re Laurino tolgono il fiato e se noi siamo abituati a restare senza parole quando arriviamo al rifugio Re Alberto e vediamo le torri slanciate verso il cielo, qui ci si dovrebbe fermare il battito del cuore dall'emozione tanto sono belle.
In genere, quando si arriva sotto le torri e si guarda nello strapiombo sotto lo spigolo, ci si ritrae inorriditi per il vuoto spaventoso che si apre sotto i nostri occhi. Anche io, quando da giovane ho arrampicato questo spigolo, dopo il terzo tiro obliquo, mi sono ritrovato sullo spigolo vero e proprio con un sacco d'aria e di vuoto sotto le scarpe e non sempre è una bella sensazione..
E stavolta , questo spigolo potrò ammirarlo in tutta la sua completa bellezza , coi miei amici..e tutto grazie all'amica Giovanna di Bolzano, che tra l'altro è anche l'autrice dei quasi tutte le foto di questo post..perchè io pensavo che non fosse possibile arrivarci senza arrampicate oppure una ferrata, invece un bel sentiero ti porta proprio sotto a mangiare ogni appiglio per con gli occhi..
Al rifugio chi vorrà, potrà pranzare con deliziosi manicaretti locali oppure rilassarsi come desidera, che conta è vivere in compagnia ed amicizia, la bellezza del luogo e l'eterna sfida che le montagne lanciano ogni giorno al nostro animo tormentato dalla fatica del vivere..
A pomeriggio inoltrato ci porteremo a Pozza nel nostro magico cima 11 per riposare , cenare e prepararci per l'indomani, ma non può mancare una visita al lago di Carezza, altro posto dolomitico famosissimo e fotografato intensamente..
C'è una bella leggenda su questo lago che mi piace mettere in forma letterale, visto che qualcuno dei miei con le leggende dolomitiche fa un pò confusione.mischiando il Sassolungo con re Laurino.( si compri lei un atlante )..con un consiglio e una raccomandazione, quando saremo sul lago e chiudendo gli occhi sentiremo solo l'aria frizzante e vellutata che ci accarezza le guance, proviamo ad immaginare la ninfa che in acqua fa innamorare il mago..
Molti anni fa nel lago di Carezza viveva
una ninfa di particolare bellezza che con il suo canto melodioso deliziava
tutti i viandanti che salivano al passo di Costalunga.
Un giorno anche lo stregone di Masaré la
sentì cantare e si innamorò della ninfa. Egli usò tutti i suoi poteri per
conquistare la fatina del lago senza riuscirvi.
Così lo stregone chiese aiuto alla
strega Langwerda che gli consigliò di travestirsi da venditore di gioelli, di
stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar e di recarsi quindi al Lago di
Carezza per attirare la ninfa e portarla con sé.
Così fece: stese il più bell’arcobaleno
mai visto sino ad allora tra le due montagne e si recò al lago, ma dimenticò di
travestirsi. La ninfa rimase stupita di fronte all’arcobaleno colorato di gemme
preziose. Ma ben presto si accorse della presenza del mago e si immerse
nuovamente nelle acque del lago. Allora non fu più vista da nessuno.
Lo stregone, distrutto dalle pene
d’amore, strappò l’arcobaleno dal cielo, lo distrusse in mille pezzi e lo gettò
nel lago. Questa è la ragione perché ancora oggi il lago di Carezza risplende
tutti gli stupendi colori dell’arcobaleno, dall’azzurro al verde, dal rosso
all’indaco, dal giallo all’oro.
Ammirato questo spettacolo, tutti a cena e la Claudia, la Gemma e Federica, ci faranno ancora ricordare e sognare, con la loro splendida e genuina cucina e amicizia, i panorami ammirati oggi e desiderare quelli di domani..
non poteva mancare in chiusura la mia vecchia foto sulla cima della torre Delago, vetta della quale avremo ammirato da sotto , le vertiginose pareti e gli aerei spigoli..
Emiliano...
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