A vent'anni si hanno tanti sogni, tante aspettative e anche io , che amavo arrampicare , nel mio piccolo volevo gustarmi il più possibile questa passione che mi bruciava nel cuore, che però mi ha formato come persona..credo nel bene e nel male.
Francesco Guccini, in una suacanzone sui vent'anni, diceva " QUANTE PALLE SI HANNO IN TESTA A QUELL'ETA' " e io credo sia vero e spesso lo provavo nel mio fare alpinismo. Le due foto che ci sono sopra, sono riferite ad una mia salita,che avrei fatto in seguito, credo una mia pazzia che ho fatto nel gruppo delle cinque torri a Cortina, la salita in solitaria e senza corda sulla torre quarta bassa, una parete facile, ma verticale ed alta solo settanta metri, però ti assicuro, quando arrivi in cima e vedi che i tuoi amici sotto sono rimpiccioliti per la distanza, dentro di te ti dai una e più volte del cretino.
E' una torre che avevo salito diverse volte, sempre da primo e la cosa mi frullava in testa da un bel po', poi però arrivato il giorno e ammirandola da sotto, ti confesso che mi è venuta un po' di paura, se fossi scivolato non avendo la corda non c'era niente che mi avrebbe salvato da una morte quasi sicura, forse per me un po' esaltato gloriosa,ma per chi a casa mi amava, dolorosissima e stupida.
(la via è quella a destra, la quarta bassa..) |
Qui la gioia è stata immensa, la mia e quella dei miei amici sotto la parete..ed è stato in quel momento che, guardando di sotto, ho deciso che , sarà anche bello, ti darà adrenalina , ma l'arrampicata in solitaria non fa per me, sicuramente chi la pratica è un arrampicatore eccezionale, ma io credo che la paura, quella volta e molte altre volte, mi avrebbe fatto capire che ho dei limiti ed è giocoforza rispettarli, se fossi voluto arrivare un po' avanti negli anni.
In seguito poi avrei fatto altre vie , anche molto più difficili , ma il panico che ho provato sul quel facile terzo grado, non l'ho provato mai più e credo che sia stato allora che ho imparato l'importanza della corda ma specialmente di un amico che se dovesse andare male, avrebbe la forza, tramite quella di riportarti a casa con le tue gambe.
C'è anche un ricordo che ho ancora di quella salita che mi fa sorridere, il giorno dopo , attaccando un'altra parete con un amico, passo sotto la quarta bassa e c'è un papà che fa sicura al figlio ventenne che sta iniziando la salita che io avevo fatto il giorno prima. Perso nei miei pensieri non mi accorgo che il ragazzo fa fatica e dicendo a suo padre " è quasi impossibile" scende si slega e rinuncia..ero stupido, però capirai che il sorriso che avevo stampato in faccia,, avrebbe potuto illuminare anche parti meno nobili.. o no??
Emiliano...