sabato 19 agosto 2017

UNA SALITA QUASI MITICA DI ROBERT , UNA GIOVANE GUIDA DELLA VAL DI FASSA, CON GIOVANNI UN ARZILLO OTTANTAQUATRENNE




            GIOVANNI, il cliente speciale e
  
     ROBERT  la giovane e bravissima guida..




Credo che spesso sia proprio strana la vita. Se i miei amici, i miei cari, chi mi conosce, mi vedessero come sono adesso, oltre che preoccuparsi mi direbbero parole poco gentili e sicuramente che sono un pazzo incosciente. Da quando mia moglie è andata via, lasciandomi completamente solo, mi ha preso questa passione di salir montagne, di respirare quest’aria sottile, di avere sotto di me un po’ di cielo e tantissimi splendidi panorami, forse per alcuno per reincontrarla dove è adesso, ma per me per vivere la vita con più intensità, più passione, più cuore, tanto non è che me ne rimanga molta. Certo che alla veneranda età di 84 anni  e per la prima volta mettere mano su queste rocce così ripide , non è una cosa da tutti i giorni, ma voglio mettermi alla prova.


Per farlo ho scelto una brava e giovane guida della valle, Robert  e guardandolo arrampicare su questo primo tiro obliquo , in leggera salita , mi fa sentire una sicurezza che non avrei mai immaginato. Osservandolo non posso non pensare che sicuramente giù in paese avrà un cuore , o più di uno, morosa e mamma come minimo, che pensano a lui impegnato in questo difficile e pericoloso lavoro, ma da come arrampica, dalla passione che ci mette , senza dubbio di grande soddisfazione. Molti evitano di assoldare una guida per una salita,ma cosa c’è di più bello che arrampicare in sicurezza, con gioia, senza il terrore continuo di cadere, con la felicità assoluta di quasi accarezzare gli appigli su questa immensa scala che sembra portare in cielo?? Certo io non mi faccio tirar su come un sacco di patate, mi voglio godere la salita e la bravura di Robert , le sue parole attente e dolci mi danno molto coraggio.


Oggi devo confessare che sono un po’ emozionato, nella mia carriera ho portato tanti clienti in roccia o in generale in montagna, ma il cliente di oggi, Giovanni, un attempato ma gagliardo signore di 84 anni , è una persona speciale, è la prova che spesso la vecchiaia anagrafica non ha senso, come dicono in molti, certi giovani sono già vecchi a 20 anni e certi vecchi sono ragazzini a 90. Ho appena concluso il primo tiro alla torre Delago, forse la cima più esaltata, grazie a questo spigolo aguzzo e infinito, delle famosissime torri del Vaiolet e mentre mi assicuro al chiodo , guardo in basso Giovanni che dovrà raggiungermi per questo tiro di corda, non difficile ed esposto, ma forse ostico perché è il primo. Quando l’anziano signore mi raggiungerà , potra’ vedere finalmente, essendo proprio sullo spigolo, l’immensa , terribile verticalità ed esposizione di questa via. Quasi la lama di una grandiosa spada a tagliare, a squarciare le poche nuvole che coprono l’azzurro del cielo.


Robert , col suo “vieni “ mi ha dato il via e parto lentamente, tastando ogni appiglio e appoggio per evitare figuracce proprio alla partenza.  Sicuramente dall’alto sembrerò goffo e la guida riderà di me, ma la distanza da terra aumenta e perché no, a dire la verità anche un po’ di paura per cui stringo forte gli appigli e con lentezza, almeno così mi pare, arrivo vicino a lui,  che invece di prendermi in giro mi loda e accoglie con un grandioso sorriso. Vabbè, ormai siamo in ballo e allora balliamo. Appena arrivato la guida parte , non prima di avermi assicurato saldamente e io guardo in basso dietro il filo di rocce dove sono arrivato e il cuore mi si blocca per un attimo. Sotto di me, al di là dello spigolo, lontanissimi ci sono prati verdi e tra loro e me , solo vuoto profondo e terrificante, ma perché stamattina non me ne sono stato a letto?? Mi calmo un attimo osservando il ragazzo esperto arrampicare . Sembra che danzi, con movimenti ritmici e flessuosi e all’improvviso mi sorge un pensiero, se non ha paura lui  che arrampica da primo, con la corda sotto di lui, a volte ciondolante nel vuoto, devo avere paura io che la corda l’ho sempre davanti e per di più sempre tesa da non farmi neanche scivolare di 30 cm ?? La cosa mi  rincuora assai, per cui aspetto l suo segnale per il prossimo tiro e già non vedo l’ora di calcare la cima, il luogo dove i sogni si spengono per farne nascere altri.


E’ proprio bello arrampicare con eleganza su queste via non troppo difficili, con l’esposizione che ad ogni passo, ad ogni respiro diventa sempre più profonda e dare anche un occhio di sotto a Giovanni che sicuramente arrivato in sosta sullo spigolo avrà avuto un attimo di terrore puro. L’ho osservato nell’arrampicarsi ed ho notato , a parte i primi passi , una certa sicurezza , una leggerezza che non gli avrei mai dato e spero che questa voglia di fare, questo entusiasmo gli restino fino in cima e sulle doppie per scendere e anche per tutta la vita, ci mancherebbe.


Come mi ha spiegato Robert , la scalata sullo spigolo è stata di 4  o 5 tiri, la memoria un po’ mi tradisce e devo dire che, esposizione e paura del vuoto a parte, mi sembrava di arrampicare su una scalinata tanto sono grossi gli appigli e gli appoggi. Se non fosse per il vuoto sotto i piedi la consigliere a chiunque.  A proposito un tiro di corda è la distanza tra una sosta e l’altra , almeno Robert  mi ha spiegato così e di solito è lunga sui 30 40 metri, poi dipende dalle difficoltà e dalla conformazione della parete. Comunque in cima una gioia immensa, non potevo credere di avercela fatta e se il primo pensiero  è andato alla mia povera e cara moglie , il secondo è andato a Robert, la mia mitica guida, uno splendido ragazzo che con fatica ed immensa passione mi ha regalato un sogno . Credo sia il suo lavoro realizzare e regalare sogni..bravo Robert  , ho le lacrime agli occhi mentre ti stringo la mano, ma mi hai veramente reso unico e felice nella mia bonaria pazzia. Adesso si scende e ci vuole ancora attenzione , perché non c’è la scaletta per andare giù, per cui ammiro le cime vicine che fanno parte del gruppo, la Stabler e la Winkler  e assicurato dalla mia bravissima guida, mi calo verso un enorme masso che sembra ostruire la discesa , ma che nasconde il chiodo per la seconda calata. Sarà così che con altre due calate metto i piedi sulla terra quasi pianeggiante..se così si può dire, dei ghiaioni sotto le torri e alzando lo sguardo verso la cima mi stupisco , della mia temerarietà, ma più ancora della bravura della guida , solo un vero professionista sarebbe riuscito..non dimentico che ho ben 84 anni..buttati via avrebbe detto mia moglie se fosse ancora viva.



Tutto è andato per il meglio, Giovanni sarà anche anziano ma ho avuto clienti bel più difficili. In cima mi sono commosso un poco anche io, vedere i suoi occhi increduli ma felici,ammirare il paradiso di queste montagne, mi ha colpito e credo che siano queste le occasioni, insieme a quando si riesce a salvare qualcuno in parete, che mi fanno gioire di aver scelto questo bellissimo lavoro, che poi non è altro che AMARE E VIVERE LA MONTAGNA, facendola amare e vivere a chi ha il cuore per capire e la mente per innamorarsi di questa natura così unica e bella da diventare indimenticabile..


Emiliano..dedicato a Robert, una guida Fassana davvero in gamba..


3 commenti:

  1. Anch'io mi sono commossa con voi in vetta, Bravi!

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Bravissimo Robert la Guida , ha una passione enorme per queste Crode e la sa trasmettere benissimo come la sicurezza nell' arrampicare del resto...

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa