La val di Fassa come sai è la mia valle preferita, quella del cuore, probabilmente perchè, come tenero virgulto, la mia prima cima , il Piz Boè, avrebbe poi fatto crescere ed orientato la mia voglia di montagna, il mio giocare con l'aria pertrovare un senso più vero all'esistenza.
Per chi come me , ama la valle, ci sono tantissime emozioni, alcune davvero esaltanti, quante cime, quanti panorami, quanti sospiri davanti alla bellezza di certe vedute o alla maestosità di certe pareti o alla verticalità di certi spigoli dritti verso il cielo, infatti in una parte del libro dedicherò alcune pagine, alle mie salite . Non tantissime perchè ho scelto di raccontare in questo libro solo quelle di Tita Piaz,il grandissimo scalatore valligiano, del quale ricorre l'anniversario. Il capitolo porterà come titolo..
SULLE ORME DI TITA PIAZ
e racconterà la mia salita per lo spigolo Delago alle torri del Vaiolet, la via Maria al Sass Pordoi eil racconto di Robert , una guida alpina della valle che sulla Delago, per lo spigolo Diaz, ci ha portato un uomo di ben 84 anni. Ecco , a me piacerebbe anche far capire , a chi mi legge, che le guide non lavorano per portarci via i soldi, ma ci fanno amare la montagna in un modo più tranquillo e vero, tra l'altro poi, sono sempre i primi a correre per un soccorso, anche pericoloso e impervio. Io consiglio sempre a chi mi conosce di provare almeno una volta e in tutta tranquillità ad accarezzare le rocce e raggiungere qualche cima con qualcuno che in sicurezza ci fa godere della bellezza del gesto..magari facendo qualche sacrificio ma provandoci almeno per una volta.
A proposito di Vaiolet ed emozioni, per dirtene una, quando arrivo al Re Alberto, sotto le mitiche torri e salgo verso il passo Santner , sul sentiero inciampo continuamente, perchè i miei occhi non sanno dove guardare vista la maestosa bellezza dei luoghi..qualche nome a parte le lame verticali dritte verso il cielo?? Croda di Re Laurino, il Catinaccio, punta Emma , proprio da sotto e per non parlare in lontananza dove la Regina, la mitica Marmolada, sembra voler alzare altezzosa il capo verso tutte le altre cime.
Però scendo a emozioni più facili, non banali, perchè i brividi di un'emozione non lo sono mai, ma più alla portata di tutti.
Io come inizio consiglio sempre di fare a piedi, piano piano, la carrareccia che costeggia l'Avisio, partendo da Moena e se è possibile fino a Canazei nonostante siano credo 20 km, ma la valle che muta passo dopo passo, merita un po' di fatica. Già in piazzaella Fata delle Dolomiti, seduti su una comoda panchina, è bellissimo ammirare il Piz Meda con una parete niente male proprio rivolta verso di noi e verso sinistra a seguire tutte le cime del gruppo della Vallaccia fino alla vetta principale. Voltandosi invece si può guardare le propaggini boscose con un po' di roccette del Latemar che sfumano verso il Catinaccio , con cime che ti devo confessare non conosco benissimo , fino a quando la Roda di Vael, interrompe la mia ignoranza con la sua particolare e tondeggiante conformazione, e siamo già a Vigo. A Pozza , cima 11 e cima 12 nascosti finora da punta Vallaccia , rivelano il loro volto più bello e scabroso, con pareti verticali e rocce elegantissime. I Monzoni poco lontano sembrano invitare l'amante del bello ad entrare nel loro mondo magico di rocce strane e se si fa attenzione poco prima di entrare in paese, l'occhio attento nota, sopra la croce del caratteristico Sass de Pere, il Col Bel , verde, quasi fuori posto in tutte quelle rocce, ma ti assicuro bellissimo e facile da salire. Non dimenticherò mai, la sua creta erbosa che divide la val Jumela e la val Grepa, due valli ancora fortunatamente quasi solitarie in estate. Sempre con l'Avisio che fa da guida e colonna sonora all'escursione, dall'altra parte i dirupi di Larsec e altre cime del Catinaccio, fanno da corona alla valle incantata che credo abbia fatto innamorare tantissimi cuori e sognare tantissime anime. Dopo Mazzin e Campestrin, il panorama si apre e in fondo alla valle , Sassolungo, gruppo del Sella e Piz Ciavazes regalano scorsi che non esagero se li definisco , mozzafiato , con foto a ripetizione su quelle rocce cariche di bellezza e di storia. A Campitello lo sguardo sul Sassolungo è un'emozione senza parole e arrivati a Canazei, stanchi ma soddisfatti, il cuore non sa quale bellezza scegliere tante se ne sono viste. Mi sono dilungato e credo lo farei tranquillamente se ti raccontassi altre emozioni, cosa che farò nel libro in vari capitoli..per adesso , per concludere questo pezzo della mia fatica te ne racconto due che per me sono particolari. Quando entri in Pozza, sulla sinistra , da moltissimi anni c'è un negozio di minerali e dentro trovi davvero bellezze che non ti aspetteresti, ma la natura è sempre una cosa stupenda da scoprire in ogni sua forma. Io in questo negozio mi sento come un bambino in una rivendita di giocattoli e la signora anziana, la moglie del cercatore di cristalli mi fa sempre vedere pezzi straordinari, e qual'è l'emozione ?? Spesso compravo qualche pezzo che poi metto in una vetrinetta che ho in casa, purtroppo da qualche anno la signora ha perso il marito e credimi è di una tristezza infinita portarle via un ricordo di colui che ha creato questo ambiente, per cui quando ci vado mi emoziono sempre e ci resto male. Un 'altra emozione forte da farmi quasi commuovere è dell'anno scorso.
La sera di luglio, quando , insieme A Virna, a Pozza ho presentato
il mio libro, ho conosciuto Elisa, una ragazza di Firenze , madre di tre figli
e con un serio, ma veramente serio, problema a camminare, però appassionata come pochi delle
montagne Fassane. Dopo circa due settimane dal nostro incontro, che spero
le abbia regalato gioia ed emozione , visto che amiamo gli stessi luoghi, mi ha
scritto di essere salita a piedi con i tre figli al rifugio Forcella,partendo
dal passo Pordoi, in sette ore, dispiacendosi che io ci metta cinquanta minuti,
insomma ragionava come se lei fosse troppo lenta per le escursioni..non
ci crederai ma mi sono venute le lacrime, credo che chi lo ha provato quel
tratto capisca l'impresa di quella donna, grande Elisa, mi hai commosso, sei tu
la vera amante della val di Fassa, non io con la mia boriosa spavalderia..
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