venerdì 14 novembre 2014

LA MIA INDIMENTICABILE SALITA AL COL OMBERT..


Adesso che è passato un pò di tempo e che l'estate è un bel ricordo e un sogno che nasce, posso riandare col pensiero a quelle che sono state le mie vacanze nella mia valle del cuore..l'immensa val di Fassa..
Come al solito sono state vacanze bellissime, con l'unico difetto che il tempo vola e non si gode tutta la bellezza e non si riesce a fare tutto quello che si sogna, però ancora molte volte , alcuni sogni sono diventati dolci ricordi..
Uno di questi sogni era la cima del Col Ombert di m.2670..
Per chi da Meida, sopra Pozza, arriva in val s. Nicolò, questa cima appare all'ultimo istante e a mò di piramide sembra dominare le cime circostanti..



A me, fatte le debite proporzioni, sembra la cima della montagna che più amo, il mitico colosso di nome Cervino, per cui mi sembra logico che tra i miei sogni, ci sia  stato quello di porre i piedi sulla sua vetta..Qualche anno fa ci ho provato da solo, arrivato in fondo alla valle s. Nicolò, alla baita " Alle cascate" c'è un sentiero ripidissimo e durissimo che , lasciata sulla destra la pur bella deviazione per la cima Costabella, ti porta a forcella Paschè, dove si entra in una valle solitaria e selvaggia , coronata dalle severe pareti della Marmolada, fin all'attacco finale del sentiero che ti porta in vetta..





L'unico problema è che , arrivato alla forcella  ed essendo la cima a sinistra, ho preso quello che sembrava un sentiero e probabilmente lo era ma di  guerra, trovandomi su una cresta con abissi vertiginosi da tutte due le parti..con molta fortuna sono riuscito, arrampicando e un pò a gattoni a riprendere il sentiero basso, però la voglia di cima ,per la paura mi era passata, quindi sono salito al rifugio S. Nicolò, dove ho avuto il piacere di conoscere Nicoletta e il marito Antonello, che , leggendo su facebook le mie intenzioni , erano venuti al rifugio nella speranza di incontrarmi..bellissima esperienza , visto che poi mi hanno fatto scendere per una variante veramente godibile..ma sopratutto bellissime persone..





Due anni fa , ho fatto lo stesso giro , dalla forcella Paschè, con l'amica Giovanna e Dario col trenino da Pozza fino a malga Ciampie e baita " Alle cascate" e stavolta non ho sbagliato, però arrivati all'attacco del sentiero e guardati i ripidi tornanti del ghiaione, siamo scesi al Contrin , quindi ad Alba..





Quest'anno , doveva essere l'anno buono, volere o volare , dovevo andare in cima, anche perchè, con gli amici PRIGIONIERI DEI SOGNI, la avevo ammirata in giugno, a lungo dal passo S. Nicolò..
TERZO E FINALMENTE DECISIVO TENTATIVO..settembre 2014

Molti di noi dicono che in val di Fassa lasciano ogni anno un pezzo di cuore, io quest'anno posso dire di aver lasciato un pezzo di cuore e una ciocca di capelli sanguinanti su di un masso, per fortuna abbastanza arrotondato...

Ci siamo si parte, con mio figlio Sebastiano, da Meida dove si trova l'hotel cima 11 ci portiamo , rigorosamente a piedi ed è un bel pezzo te l'assicuro, per la val S. Nicolò, fino a forcella Paschè..con tempo nuvoloso , come tutte le vacanze del resto, ma con un vento forte freddo e fastidioso..







Ci immettiamo con attenzione nella valle che costeggia la nostra cima, con la sud della Marmolada che, incappucciata da nuvole basse sembra guardarci severa nella sua orrida bellezza..Il vento a queste quote , quando il sole si copre di nuvole, è veramente fastidioso e psicologicamente devastante, se poi aggiungi che qui è raro trovare anima viva, il quadro è completo..



Arriviamo sotto il sentiero finale della cima, forse il pezzo più ripido e cosa mi capita??  Non ti è mai capitato mentre cammini in montagna di fare un passo troppo breve e sbilanciarti?? Credo di si, però col peso del corpo ritorni alla posizione iniziale e vai avanti..io non lo so, forse la stanchezza, forse il vento, forse sto invecchiando , fatto sta che il peso dello zaino mi sbilancia e mi trovo in tuffo sul ghiaione ad atterrare sulla gamba destra e a rotolare  per tre o quattro metri sbattendo dappertutto..specialmente la testa..con mio figlio che urla terrorizzato..Finalmente , con un ultimo colpo sulla nuca, contro un masso grosso ma per fortuna senza punte o punti taglienti, mi fermo ..Devo dire che questi attimi sono brevissimi ma anche molto lenti, tu senti tutte le botte ma non il dolore e ti sembra che la caduta sia eterna..






La  prima cosa che mi viene in mente è un'assurdità, tocco in tasca il cellulare per vedere se l'ho rotto e a mio figlio Sebastiano rispondo che sto bene, solo  ho bisogno che mi butti acqua in testa che sanguinava moltissimo..lui esegue e mi chiede di tornare in albergo..io so che è spaventatissimo, ma devo dimostrargli di stare bene, per cui si va in vetta..anche pieno di sangue..immagina , coscia destra bluastra ( dopo ma dolorante allora) ginocchio sanguinante, arcata destra sopraccigliare sanguinante copiosamente , nuca con una abrasione che , strano ma vero sanguinava..ma si va avanti, gettiamo il cuore oltre l'ostacolo, si va in cima..Anche perchè ,devo dimostrare allo spaventato Seba , che sto bene..
Il sentiero è molto ripido, Sebastiano non mi perde d'occhio , anche  perchè , scivolare qui sarebbe  fatale e devo confessare che la testa mi doleva , tra l'altro avevo paura che il trauma cranico sarebbe uscito dopo, però avevo scelto e non potevo mancare la cima..Alla fine , un poco sopra di noi appare la croce di vetta e con uno straccio sventolato dal vento che lo faceva vibrare , mi dava l'idea di una zattera che può accogliere noi due poveri naufraghi..


La discesa , con molte paure e tentennamenti, è andata bene, ma sono sceso al rifugio  Contrin e non al S. Nicolò, perchè avevo paura di sbagliare..per Seba un grande spavento e per me , oltre ad una grande gioia, un monito..in montagna mai distrarsi, mai rilassarsi se non quando il piano diventa orizzontale..perchè , a me è andata bene, però anche il minimo errore può rivelarsi fatale..
Credo sia anche un pò fortuna e un pò testa dura se adesso sono qua a raccontarlo..Comunque al Contrin, dove dopo oltre cinque ore abbiamo incontrato le prime persone viventi, e dove mi sono lavato dal sangue in testa , mi sono concesso una fresca e gustosa birra..ne valeva  la pena anche se
ho avuto culo..

Permettimi una riflessione che ho fatto dentro di me in quei giorni..io non ho paura di morire, non la cerco però se capita la accetto..io credo di essere arrivato ad un punto della vita, alla mia età, che forse se la vita finisse, ho più persone amate e conosciute che mi aspettano , piuttosto che quelle che lascio..Ho avuto gioie,realizzato sogni, incontrato persone splendide e visto posti indimenticabili..forse non sarebbe poi così difficile..dormire e riposare  per un pò fino alla chiamata finale..




Emiliano..
p.s. in una foto ho le scarpe da tennis..le uso solo su asfalto, in montagna io prediligo sempre gli scarponi..

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa