Il sogno in questione, più che mio , è ,o meglio era, di mio figlio Sebastiano fin da quando era piccolo..
Aveva sei anni e cominciava ad amare le Dolomiti, quando , arrivando in albergo a Moena, i primi anni della nostra valle del cuore, incontra Sergio e laTerry, due splendidi amici, conosciuti in montagna, stanchissimi e soddisfatti , ( lei un pò meno ) di ritorno da una lunghissima escursione al rif. Volpi al Mulaz..
Da quell'anno, adesso ne ha 20, un anno si e l'altro pure , nelle nostre divagazioni di montagna, si parlava del mitico Mulaz, ma il tempo passava e noi non si andava mai..
Anche tre o quattro anni fa, in val Venegia, coi miei prigionieri dei sogni, salendo da malga Venegiota alla baita Segantini, ad un certo punto, sulla sinistra , si trova un cartello che indica la salita al rifugio..per cui , nonostante ci fossero con me , cento persone, io e mio figlio eravamo persi e sospiravamo il sogno tornato prepotentemente...L' anno scorso, a Pozza in vacanza,una sera a cena, sotto il piatto Seba trova una foto del rifugio Volpi, che Isa e Gabriel,due amici di bergamo, instancabili camminatori, avevano lasciato, con la promessa di accompagnarsi con noi quest'anno..E finalmente in questo settembre l'occasione si è avverata e il sogno anche..
Si parte dal famoso cartello e all'inizio la salita è stupenda , in un bosco magico , con un sentiero che a svolte larghe , e sempre spettacolari ti porta in quota, sempre ammirando le cime che davanti a te rimpiccioliscono..
E qui non posso non citare un altro mio sogno che spero di realizzare prima o poi, la cima Castellaccio col suo Cristo pensante che sembra voler benedire la valle e tutte le cime che gli fanno da corona..
Costante di tutta la salita , sarà il controllare il cavo della teleferica per il trasporto dei generi di necessità al rifugio, luccicante nella luce del sole, perchè gli amici di Bergamo , mi hanno detto che arrivati a quello non mancano che 10 minuti di comoda discesa per il rifugio..Loro , per problemi fisici , hanno dato forfait all'attacco, per cui , essendo io e Seba, soli , veloci e in forma, decido che non ci basterà il rifugio, ma che si punta direttamente alla vetta....( sarà poi tornato a casa che il mal di schiena mi toglierà il sonno per una settimana..insomma non sono più un giovincello e per motivi familiari,quest'anno sono poco allenato )..
Ammiro davanti a noi una catena di monti non alti ma belli , confesso che il gruppo del Lagorai lo conosco poco, avevo visto qualche foto ad una conferenza del grande e compianto Walter Nones e queste cime le ho solo viste in lontananza da Cavalese, ma il prossimo anno, grazie all'amicizia di Mattia Veronica, due persone genuine e innamorate dei loro monti, mi sono ripromesso di colmare questa grande lacuna..
Superato il bellissimo bosco, ci inoltriamo in un vallone aspro e di un'orrida bellezza, cotti dal sole che grazie al riverbero diventa quasi insopportabile, contando gli ultimi metri che ci separano dai torrioni che riconosco sovrastare il rifugio e alla fine , si arriva alla famosa teleferica dal cavo lucente e qui è quasi finita..
Come detto prima , non scendo al rifugio , ma a sinistra studio il sentiero che sale alla vetta e che sembra essere chiuso da invalicabili pareti , finchè scorgo a sinistra, una zona di pietrisco rosso..segno di una forte presenza di ferro, che sale prima leggero e poi più evidente , verso un cengione che traversa sotto la cima..
Avendo un pò di paura e con attenzione, ( SENTO MOLTO LA RESPONSABILITA' DI MIO FIGLIO )
saliamo sempre più sicuri e la montagna sembra prepararci una bella sorpresa, l'orizzonte che si apre senza una nuvola e che mi fa esclamare commenti entusiastici e sinceri..
Finalmente si arriva in cima.. e permettimi di far notare , anche se è sbagliato, che in 2 ore abbiamo fatto una salita che di solito ne richiede tre.. e la campane dei caduti della montagna e un panorama indescrivibile ci accoglie per la nostra grande felicità.....
Ci stringiamo le mani ed ammiriamo ciò che Dio ha creato e che ha donato a chi sa perdere un pò di sè per cime più alte, senza parole quasi ( io sicuramente) commossi davanti a gran parte dei miei sogni più belli, le mie Dolomiti,, facendo nascere nuovi sogni e riportandomi tanti ricordi, con una telefonata a chi ci ama e che ci aspetta sotto al sicuro al rifugio e una preghiera ai tanti morti per troppo sognare, che la montagna purtroppo ogni anno fa..specialmente ricordando un ragazzo giovane la cui foto e' incollata alla campanella della cima.. e poi si scende, una tappa veloce al rifugio , dove Seba mi offre una fresca e deliziosa birra ..( IO SONO LA SUA GUIDA PER ORA ) e si scende veloci da dove siamo saliti, ammirando sempre le cime circostanti belle e superbe nella loro spettacolare verticalità..Arrivati ad un masso con un fiore , mi piace con la mente dedicarlo al ragazzo della campane e a tutti conosciuti o no , cvhe hanno avuto questa passione genuina e immensa..di salir montagne e che adesso salgono altre cime..
Un altro bel sogno realizzato, per mio figlio un sogno speciale..e adesso ce ne sono molti altri che mi tengono sveglio molte notti a guardare il soffitto e ad immaginare cime inviolate (per me ) e finchè il mio fisico terrà e il mio amar salire non verrò meno, ne coltiverò e realizzerò molti altri..
EMILIANO...
Bravi e grazie! Ho risentito il profumo delle Dolomiti nelle tue splendide righe! Lis
RispondiEliminaanch'io ho sentito i suoni delle Dolomiti, le voci e anche i suoi profumi! io sono fortunata vivo vicino a queste meravigliose montagne e ne sono fiera!! grazie perchè nelle tue righe hai nominato il mio caro amico Walter!! grazie di cuore perchè anche lui amava, ama e amerà le Dolomiti anche dall'alto!!!
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