lunedì 8 novembre 2010

A SEBASTIANO E MARTA

Probabilmente verrà il giorno in cui
vostro padre non vi sembrerà più un eroe,
non lo vedrete più come un superuomo, senza macchia né paura,
ma noterete solo i suoi difetti,
che qualche volta vi faranno anche soffrire.
Eppure in tutta la mia vita non ho mai smesso di amarvi.
Il vostro arrivo è stato per me come il risveglio in un’alba radiosa,
dopo un bivacco gelido ed eterno,
in cui la mia solitudine era rischiarata solo dal pensiero del vostro arrivo.
Il mio starvi vicino è stato come un’arrampicata su un’erta parete,
con gli appigli spioventi e scivolosi,
ma con pazienza, decisivi per la salita.
Il vostro crescere è per me come un’ascensione dove,
passo dopo passo,
fatica seguita da poco riposo,
i dubbi che mi tormentano
e alla fine la gioia immensa e impagabile della vetta
danno un senso al mio esistere.
Il vostro amarmi è stato il dono più grande che avete saputo darmi
e, se oggi, qualche volta avete la sensazione che io non ci sia,
non datevi pena,
se non mi vedete è perché da un po’ più lontano
sto controllando che tra me e voi
la corda resti sempre tesa,
così non potrete mai cadere.

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa