sabato 20 novembre 2010

L'ESSERE CURIOSI PUO' DECIDERE UNA VITA??

Ovvero, può la curiosità scatenare una passione travolgente?
Ci sono nella vita, delle circostanze a volte strane, ma più spesso assolutamente normali che, viste dopo molti anni e con decenni di esperienze sulle spalle, hanno un senso che all’origine non ci saremmo mai aspettati.
Una delle mie prime escursioni in montagna, a 11 o 12 anni, si svolge nella conca di Cheneil, amena località nella vallata sotto il Cervino, valle tra l’altro splendido corollario a una delle montagne più belle e famose d’Europa.
La giornata è perfetta tempo splendido con un sole che, come capita spesso a queste quote, dà, unito all’azzurro pastello del cielo, una nitidezza di colori veramente spettacolare.
Dall’alto delle montagne che fanno da corona a questi alpeggi, gli ultimi nevai estivi sciolgono la neve residua in rigagnoli infiniti che, in timidi ruscelli, scendono verso valle via via più tumultuosi.
I fiori giocano cullati dal vento a chi è più bello e colorato e, da lontano, questa rapsodia clorofilliana sembra accompagnare il nostro incerto passo di montanari da pianura.
In questo quadro idilliaco ecco spuntare dietro una delle colline più alte, una cima a noi sconosciuta.
La curiosità tipica di noi ragazzini ha la meglio e, se riusciamo a salire sulla collina, chissà che spettacolo per i nostri occhi vedere completamente la montagna dalla cima misteriosa.
Il problema è che giunti sulla cima di questa gobba erbosa la nostra meta si vede meglio, ma purtroppo non ancora completamente.
Insomma alla quarta collina e dopo quasi un’ora di salire e scendere per poi salire ancora,la vetta misteriosa, come una donna che si spoglia lentamente per eccitare di più, ci mostra solamente la spalla e la testa che, anche se come immagine non era completa, ci fa vedere la bellezza rara se non unica ( perlomeno per me ragazzino ) di questo colosso delle Alpi.
L’oggetto del mio desiderio visivo e di quella bellissima ma faticosa salita è il Cervino e da quel momento la mia vita, almeno a livello di sogni, è cambiata completamente.
Sicuramente la mia voglia di scoprire l’infinito con montagne sempre più difficili è nata da questo scherzetto che la grande becca mi ha fatto tanti anni prima.
Anni dopo avrò occasione di vedere completamente e, proprio dalle rocce alla sua base, il Cervino (anche se tuttora ho il rammarico di non averlo ancora salito ),ma non ho mai più provato la sensazione unica e coinvolgente di inseguire e non raggiungere mai un sogno.
Tutto il mio salire, da quella volta in poi, è stato seguire e spesso realizzare delle aspirazioni alpinistiche, ma mi è mancata, forse anche per l’età o forse per l’esperienza, la curiosità di guardare oltre la cima per ammirarne una più alta….








2 commenti:

  1. Emiliano, ho scritto per più di mezz'ora e mi ha bruciato il commento........mavafa......

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    1. Scusa, sono Loris, un ciao "depresso".....ho cercato di pubblicarlo con l'account Google ed è sparito.

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa