Figlio mio come sei quieto
quando dormi.
A vederti giocare in casa o a pallone
non sembri così calmo.
Forse perché ti ho sempre insegnato a non arrenderti
ad avere grinta e a non ceder mai davanti agli altri;
o forse perché un po’ mi assomigli.
Nella mia vita non ho mai abbassato la testa
e non ho mai cambiato per convenienza le mie idee.
Se non ti ho mai dato soddisfazione è perché
ho sempre preferito farti vedere la vita
come un continuo lottare e un difendersi
da chi ti esalta e falsamente ti lusinga.
Figlio mio, vivere è una salita e solo
faticando e arrancando si può arrivare in vetta.
Io con te non ho mai avuto slanci o complimenti
e non ti ho mai saputo dire che sei il più bravo;
anche se hai imparato presto a seguire i miei consigli.
Ecco, io spero che se un giorno penserai a tuo padre
tu possa ricordarlo non solo
nervoso e duro ma anche così com’è adesso;
un uomo fiero di aver fatto crescere
un figlio con la propria testa e con la libertà
di scegliere la propria strada.
E questo, ti prego, non scordarlo mai.
EMILIANO
mercoledì 7 luglio 2010
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