per
essere agosto esattamente la mattina di ferragosto, e per essere a questa ,a
voler guardare modesta quota , i 2459 metri del rifugio Carè alto,fa già
abbastanza freddino..ma tutte le mattine
in qualsiasi risveglio al rifugio , il primo impatto è freddino, forse perchè
io non riesco mai a dormire o perlomeno a riposare, per cui ogni risveglio dai
sonnellini stentati è sempre un pò traumatico..
Sono
a piedi nudi e alle quattro del mattino è una goduria camminare sui sassi
intorno al rifugio per cercare una sorgente dove lavarmi la faccia e svegliarmi
completamente..A me in genere piace molto camminare a piedi nudi, ( con gran
gioia di mia moglie sic.. ) ma qui è una sensazione pazzesca perchè i sassi
sono veramente gelidi..
Dal
terrazzo del rifugio ,lo spettacolo è ,per me unico,perchè sotto di noi è tutto
un ribollire di nuvole e non nego che verrebbe la voglia di camminarci sopra
per salire le montagne circostanti..Non sarebbe male porre i piedi in questi
mari di immaginario cotone e spostarsi sulle ali della fantasia da una cima
all'altra..ma allora, senza gravità che senso avrebbe il nostro salire?? il
nostro arrampicare senza la paura di cadere??
Sopra
di me invece il cielo è sereno come non mai,con le stelle giganteschi fanali a fare da corona alla luna che illumina con la
sua pallida luce ,la vetta che tra poco cercheremo di salire.. di salire...La
cima in questione è il CARE' ALTO di metri 3462, una cima sognata da quando un mio fratello, viene in val
Rendena a fare le vacanze estive..
Saranno
sensazioni e ricordi banali ,ma è in quei momenti che mi sento vivo come non
mai e ancora oggi ,quando mi fermo a ricordare quella salita ,mi sembra di
sentire ancora il godimento del freddo sotto i miei piedi nudi.. mi sembra di
ascoltare ancora il rumore del vento tra le rocce sotto il masso dove ero sdraiato al pomeriggio
dell'arrivo al rifugio, quando riposando le mie stanche membra per il lungo ma
bellissimo cammino al rifugio , ammiravo le vallate e i pinnacoli circostanti,
in un continuo sognare e sospirare nuove avventure e sogni..
Comunque al mattino
, dopo un'ottima cena servita da una bellissima donna mora ..io allora notavo
molto certi particolari delle donne, nonostante Flavio il mio amico e compagno
mi sgridasse, forse però i miei
esuberanti vent'anni imponevano anche agli occhi , il guardare altre cime,
altri panorami mozzafiato che non fossero solo montagne..sto perdendo il filo.
a si..si parte alle 5 del mattino e la nostra meta è la cima , ma non per la normale
, quasi tutta su neve, ma per la cresta ovest, una bellissima e molto varia
ascensione..
Al
mattino sulle morene intorno al rifugio saltiamo il torrente che ancora
ghiacciato è molto piccolo..sarà al ritorno che ci farà sudare ma ti racconterò
in seguito e seguendo antichi sentieri
di guerra arriviamo su una gobba del ghiacciaio che ci fa sudare e provare
veramente i brividi..immagina di essere su una salita lieve sul ghiaccio,
mentre a cadenza quasi regolare senti i tonfi del ghiaccio che chissà dove , sotto di te , precipita in
oscuri abissi , spesso io e Flavio ci guardavamo e ci si stringeva il culo
dalla paura, se se solo avessimo aggirato l'ostacolo invece di salirlo
direttamente..vabbè, comunque finalmente si arriva alle rocce e una brave e
facile paretina di circa 50 metri ci
porta su una cresta di sfasciumi
e dopo questa , anche se abbastanza lunga ed
esposta, verso un'altra cresta con cornici nevose che però non sono che
l'anticamera della cima..
Felicissimi, foto di rito
e discesa per la normale con
una vertiginosa scivolata controllata sui pendii della nord per riprendere la via normale al
ghiacciaio..Alla fine , stremati dalla fatica , finite le ultime nevi del
versante freddo , per sentiero arriviamo sotto al rifugio con un ultimo sforzo
da fare , un pendio da salire camminando per un centinaio di metri..però
bloccato dal torrente che adesso , visto lo scioglimento della neve, si è
ingrossato notevolmente..Scendere troppo a valle, vista la stanchezza non è la
nostra scelta , per cui saltiamo..io non sono molto alto e atterro quasi fuori
ma ancora in tempo per un bel pediluvio e una storta dolorosissima, anche
perchè per scendere alla macchina ci
vorranno ancora un paio di ore e domani si lavora..Comunque
soffrendo..Flavio ha tirato giù tutti i santi del paradiso, ma stringendo i
denti arriviamo al parcheggio e con mia grande sorpresa , togliendo gli
scarponi trovo una gogna alla caviglia grossa quasi come un melone..fortuna che
non li ho tolti al rifugio altrimenti non sarei potuto scendere..
Capita ,
l'importante è che sia andato tutto bene e che un sogno sia diventato un
piacevole ricordo..A proposito di ricordo, il giorno dopo , al mattino
zoppicando ho lavorato e al pomeriggio ero libero e sono andato in
piscina..sempre nonostante la caviglia dolorante..io ho la testa dura, vado dal
medico quando non ce la faccio più..ebbene mentre cammino zoppicando sul bordo
della vasca, una ragazza, una cara amica , vuole trascinarmi in acqua e mi prende
il piede ferito..non ho ancora capito il perchè, ma ho sentito come uno strappo
e la caviglia mi si è messa a posto da sola..che culo..purtroppo la ragazza in
questione non ho potuto ringraziarla come avrei voluto e desiderato, però mi ha
rimesso in sesto con le sue dolci e incantevoli manine.. e credo anche di
essere stato fortunato..
Ogni
salita è una storia particolare ,ma poi siamo noi che nel nostro cuore
ricordiamo gli attimi più coinvolgenti ed emozionanti..e questi momenti
sono,per me ,quelli che formano e determinano il mio andare in
montagna,..camminare e guardare però specialmente vedere col cuore le cose che
la natura ci dona ogni giorno...
Emiliano