sabato 10 dicembre 2011

LA FATICA DELL' ESSERE...E IL MITO DELL' AVERE...

ci sono le sere che il sonno, a volte unico consolatore e risolutore dei problemi , tarda ad arrivare e la mente vola da sola in praterie estese ed invitanti ,alla ricerca di nuovi sogni..
Ma ci sono volta che non si riesce ad alzare i pensieri e come un gabbiano appesantito dall'acqua del mare ,finchè la brezza tiepida non lo asciuga,mi tocca volare basso e toccare con mano le mie povertà..
Io sono come una canna ,di quelle sulle rive degli stagni ,che danno sollievo ai volatili più piccoli e riparo  a tutte le creature che vivono in questo ambiente che è il mondo..
Nella mia vita,forse inutile per qualcuno,ma mai scialba e incolore,ho sempre scelto di non piegarmi mai a quelle che sono le imposizioni di questa società sulla quale ho molti dubbi,ma piuttosto di spezzarmi ..
Le uniche cose sulle quali mi piego e con molto credere,sono le debolezze delle persone che incontro e che hanno bisogno del mio povero aiuto..
Quando serve anche solo una parola o un essere vicino ,io ci sono e se posso anche un aiuto concreto ,anche se penso che già il condividere e il portare insieme un dolore ,sia un grande aiuto.
E poi fa niente se di mio ho poco e ai miei figli debba chiedere di privilegiare l'essere sull'avere,perchè per me ,la felicità,quella vera ,è altro di quello che i canoni soliti propongono..
A me basta poco per vivere,una montagna da salire e un sogno da vivere e se per gli altri non sono felice ,non è un problema mio ..ricordando a tutti quelli che mi stanno vicino che quando il sogno di possesso di questi tempi ,sarà svanito e ci si  accorgerà  che i valori sono altri ,io sarò pronto a raccontare a chi vuole provare ,quella che è e spero sarà ,la storia ,forse difficile ma per me bellissima,della mia vita che ha valore nella misura in cui so sognare.. a dispetto della realtà a volte troppo triste e inutile di questo mondo...IO PREFERISCO ESSERE ME STESSO E NON AVERE NIENTE, CHE AVERE TUTTO ED ESSERE ANONIMO COME GLI ALTRI..
EMILIANO

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa