mercoledì 16 gennaio 2013

STORIE DI IERI..la mia resistenza, figlio di una guerra minore...


Da molto tempo si era già capito che la guerra per l'Impero non sarebbe stata ne facile ne sicura,per cui speravo di riuscire ad imboscarmi fino alla fine del conflitto.
Al diavolo il coraggio, credo che allora mi interessasse di più la vita che la gloria..ero una del milione di baionette, ma forse la mia e anche molte altre era spuntata...
Per la verità,io non sono mai stato molto propenso alle battaglie,abituato a lavorare fin da piccolo per la prematura scomparsa del mio papà,cercando di vivere la mia vita con dignità e lavorando sodo. Penso che al Creatore che mi giudicherà potrò mostrare solo le mie mani callose,il mio carattere un pò burbero e la certezza,nonostante tutto,di non avere mai,consapevolmente,ucciso nessuno (nel senso che non ho mai sparato a bruciapelo ad un uomo come me,anche se era mio nemico).
Tra l'altro un regalo della guerra è stata la svalutazione del denaro che mi era stato dato per l'incidente di mio padre,che se prima di partire erano un capitale(6800 lire nel '42),nel '45,al mio ritorno,sono bastati solo a comprarmi un cappotto.

Come in tutte le guerre, che pagano sono sempre i poveri, molti con la vita, altri con l'esistenza cambiata per sempre e segnata da ricordi e incubi..

Comunque a Rodi  si stava abbastanza bene nonostante il lavoro duro finchè,improvvisamente,l'8 settembre del '43 cambiò tutto il senso della mia guerra. A noi italiani venne chiesto di aderire alla nuova repubblica alleata coi tedeschi,e davanti al rifiuto di molti di noi(non tutti),fummo dichiarati prigionieri e internati in un campo di lavoro forzato. Non dimenticherò mai le facce di molti ex compagni liberi al di là della rete.

Poi nel dopoguerra sono entrati tutti nel calderone della guerra vinta, ma quanti aderendo alla repubblica sociale, hanno forse fatto durare più a lungo la guerra???

L'anno 1944 doveva essere l'anno cruciale per il mio destino,quello che forse avrebbe dato un senso(se ci può essere un senso) alla mia partecipazione al conflitto. Il 1 gennaio di quell'anno fui trasferito forzatamente ad Atene (Capodanno indimenticabile su barconi strapieni) e  il 2 febbraio trasferimento a  Raduska in Bulgaria,sulle chiatte che trasportavano farina,per lavorare in una miniera di ferro.

Emiliano ( 3 continua )

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa