Ho visto molte splendide valli, verdi e lussureggianti,
aride e con montagne
superbe,
con rigogliosi corsi d’acqua e impetuose cascate;
ho ammirato sorgere e tramontare il sole da cime impervie
o da ghiacciai maestosi e ammantati del rosa
che piano piano sfuma nel caldo giorno
o nella lunga e fredda notte.
Ma il vedere il mio paese, il borgo dove nascendo
ho aperto gli occhi sul mondo, mi lascia sempre
una sensazione unica e ricordi che pensavo sopiti.
Il profumo del pane appena sfornato la mattina presto,
o del ragù e dell’arrosto nel forno la domenica verso
mezzogiorno, che acuisce l’appetito e migliora l’umore
di chi passeggia su e giù per il corso oppure
esce dalla messa domenicale.
D’inverno per i campi ammiravo la geniale idea
delle marcite che, sfruttando l’acqua fornivano l’erba
già in primavera;
dai campi intorno, i
quattro campanili
sembravano altrettante dita che invitano a guardare
sempre verso il cielo;
i lunghi filari di gelso, con i loro gustosi frutti,
E il
castello svettante con la sua torre sulla parte antica del
paese, verso l’Adda … quante infantili e mai sopite leggende
e quanti giochi intorno o dentro le sue mura, dove
praticamente sono nato, con fantasie di bambini che tornano
come cari ricordi ogni volta che lo vedo.
E che spettacolo quando, con le prime nebbie, sembra
sorgere da la Valle Bassa per alzarsi
su tutto il borgo intorno.
E che dire poi delle persone famose nella zona come grandi
lavoratori, ma anche come ancor più grandi bevitori ??
Gente dalla molta fede, ma anche dalla gran voglia di
trasgredire il sesto comandamento… ma sotto sotto gente
principalmente molto buona e con un cuore grande.
Qualche volta il mio borgo mi delude perché forse non
si ama molto la cultura, ma la cultura non è anche
essere legati alle tradizioni?
Probabilmente un giorno mi riposerò per sempre …
così, dopo esserci nato, resterò nel luogo che, bene o male,
a ragione o a torto, ha contribuito a formare la persona
che sono, con doti e virtù che in qualche caso
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