domenica 15 gennaio 2012

LA MIA SALITA PIU' STRANA E FAMOSA...

mi è capitato molte volte ,nelle mie arrampicate in Dolomiti ,di osservare da vicino le vie famose di Messner e di notare il suo genio alpinistico...Ovviamente ,per motivi logici,non sono mai riuscito a metterci le mani su nessuna essendo capolavori della logica ,però molto difficili...Mi ricordo che scalando la terza torre del Sella per la via Vinatzer ,l'occhio mi sfuggiva molte volte sulla via dei fratelli Messner alla nord della seconda torre e ne rimanevo da una parte impaurito ma estasiato..poi Hans Kammerlander sulla destra avrebbe aperto la via Fata morgana ,ma nella sua anticipazione e logica la via di Messner rimane un caposaldo ,e ancora oggi per niente banale..L'unica scalata di Messner che ho ripetuto ,avendola letta sul suo libro Settimo Grado ,un libro letto così tanto da essere quasi consumato, è l'arrampicata sul palo della cuccagna nel mio oratorio..
Eravamo una bella squadra e siamo partiti bene ,ma il troppo grasso e il tempo che inesorabile passava e ci sfiniva sempre più ad ogni tentativo frustrava ogni nostro sforzo e dopo due ore eravamo cotti e laceri ,sconsolati sotto il palo ,per noi ormai altissimo e impossibile...Finchè nel mio poco cervello non si è accesa la luce ,ricordando il capitolo del libro e cogliendo di sorpresa anche i miri compagni,ho preso due corde di canapa,quelle che si usano per legare le balle di paglia e mettendo il piede in uno e stringendo il nodo all'altro ,sono salito come se fossero due staffe su una parete di roccia..Le difficoltà erano stare in equilibrio sul palo con un piede solo e la corda che sottile tagliava dolorosamente il piede dove appoggiavo tutto il peso del corpo..Alla fine mi hanno lanciato un paio di ciabatte e con enorme sforzo ma con una tecnica  bella da vedere in un ora sono arrivato al cerchio della cima ,fra l'esultalza e l'incredulità della folla che incuriosita era diventata enorme..L'applauso liberatorio mi ha fatto piacere ,qualcuno mi ha detto che così è troppo facile ma io rispondevo di provare loro e coi miei amici della squadra ,la sera a cena ,devo confessare che ho bevuto un pochino troppo ,ma tant'è occorreva festeggiare la mia ardua salita..Poi per tre giorni sono rimasto dolorante a muscoli e articolazioni ,ma la vetta era raggiunta e il palo quell'anno non era rimasto  vergine come altri anni..E' una cosa banale ma mi fa piacere ricordarla proprio pere il successo ,forse l'unico ,che ho avuto arrampicando e questo grazie a Messner e alla mia passione per la lettura..
EMILIANO

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa