erano anni che sognavo questa via,belle ,diritta e in ambiente magnifico,su una delle montagna più belle e famose del mondo..vera icona delle Dolomiti..e adesso con le mie mani,all'inizio incerte ,poi sempre più sicure ,frugo tra le pieghe di queste rocce come a cercare il senso più vero del mio vivere..
Devo constatare che il fatto di essere appena fidanzato non mi aiuta in questa che è e sarà la passione della mia vita,perchè ,per ora sono poco preparato a coniugare il pensiero di salire e quello della persona ,la più importante di tutte adesso come adesso ,anche più di mia madre ,che mi aspetta a casa..
Il passaggio più duro per me è un caminetto un pò atletico sul primo tiro,dove non c'è ancora il senso di vuoto che poi diventerà opprimente,man mano che ci avviciniamo agli strapiombi giallastri della nord,però lo supero con eleganza,anche perchè sono legato ad Hans Kammerlander e la cosa mi da una certa e logica sicurezza..
Nei momenti in cui in sosta assicuro il mio compagno,penso all'ardire e alla bravura di coloro che hanno aperto questa via ,così bella e logica..in genere a me piacciono gli spigoli perchè c'è una linea da seguire e è difficile sbagliare ,però ,farlo per la prima volta e cercare di trovare il percorso meno difficile e pericoloso non dev'essere stato facile..se poi si aggiungono le corde di canapa pesantissime,gli scarponi di vecchia fattura e i chiodi grossissimi di un tempo ,il quadro è completo..
Mi vengono questi pensieri mentre tocco con mano la suola aderente delle mie leggerissime pedule che sono comode come le ciabatte in un salotto ,altro che i vecchi scarponi..
La salita procede senza intoppi e ogni tanto l'occhio mi scappa a destra ,verso il vertiginoso baratro della nord ,con le sue rocce gialle e repellenti e anche qui il pensiero va ad Emilio Comici che ha regalato ,su questa parete ,una grandiosa via all'alpinismo..
L'unico contrattempo della scalata è stato il passaggio di due aerei caccia che arrivando da sud ci hanno fatto sussultare e sembrava fossero sotto di noi..io sbaglierò ,ma non mi sembravano al posto giusto ,così vicino alle pareti..In cima stretta di mano e discesa veloce con doppie infinite e anche qui devo ammirare chi ha aperto la via di salita normale alla grande ,che se anche non è difficile ,è abbastanza problematica e non di lettura immadiata..nel senso che bisogna cercarla bene in un caos di placche e strapiombi..
Di ritorno al rifugio Locatelli un pò di relax ,un risciaquo e la cena e qui mi è successa una cosa che non dimenticherò mai finchè vivrò,le pareti si sono colorate ,per effetto dell'enrosadira di un rosso acceso e il giallo delle nord sembrava diventare sempre più arancione ,fino a che il buio ha inghiottito il tutto..senza che nessuno l'abbia detto siamo usciti tutti e nessuno parlava,ogni parola o commento sarebbero state superflue e inopportune...io personalmente guardando lo spettacolo,ho pensato alle Lavaredo che mi schiacciavano l'occhio per farmi i complimenti della salita e per darmi un appuntamento in questo luogo così unico e affascinante..
EMILIANO
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Il solito problema.......mi capita anche in altro blog.
RispondiEliminaTi avevo fatto i complimenti sia per il testo che per la prestigiosa scalata. E che dire sul tuo "primo" (un campione)?! e l'amarcord dei primi salitori, ai quali noi tutti dobbiamo tanto.....ti fa omore.
Ciao.
Ce la farò a postare il commento?
Sembra che ce l'abbia fatta questa volta.
RispondiEliminaCiao, Loris.
Bellissime le Dolomiti e bravo tu.
RispondiEliminaCiao
Elia
Bellissime le Dolomiti e bravo tu.
RispondiEliminaCiao
Elia