mercoledì 22 febbraio 2012

UNA SALITA DIVERSA, NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE...



Era il 2001, stavo rivivendo le gioie della paternità e il mio andare per montagne andava a gonfie vele,mi ero tolto moltissime soddisfazioni e realizzato molti sogni..
Allora scalavo montagne ,facili ma mai banali ,con due amici del lavoro ,Simone e il Pizza e con loro ,che erano ai primi passi,mi divertivo un pò stupidamente a fare l’esperto e proponevo a loro qualche mio progetto fattibile per tutti noi…
Non posso però negare che dopo quelle salite i miei amici mi hanno tranquillamente superato e Simone addirittura surclassato alla grande,pensa che si è fatto il Bianco per la normale italiana che essendo di non facile lettura e durissima ,è una via di tutto rispetto..Comunque quella estate il nostro desiderio era salire un 4000 come lo facevano una volta ,cioè a piedi e senza mezzi meccanici…
La scelta è caduta sul Breithorn occidentale di 4165 metri che io avevo già salito 3 volte servendomi però della funivia fino a 3500 metri…quindi con un bel risparmio di energie..Non so se conosci la zona,ma come al solito,il mio furor scalandi ,il mio genio alpinistico ,mi ha fatto sbagliare strada e invece di salire comodi per sentiero a Plain Maison,siamo saliti diritti sulla rotaia di un trenino che neanche sapevo esistesse ,fino al lago Goiletta…..una faticaccia che non ti dico,ma a me piacciono le dirette ,specialmente quelle che spaccano le gambe…


Giornata bellissima con la gran becca del Cervino che ci guardava sorniona e sembrava prendermi in giro per la sua verginità nei miei confronti..
Al lago ,sapendo che più su avremmo trovato ghiacciai crepacciati ,ho preferito virare a sinistra verso il Furgen,su neve ,che mi dava più fiducia..Infatti la cosa strana per quell’anno è stata la neve che così abbondante penso fossero anni che non si vedeva più.Col senno di poi ho perfino il dubbio di aver camminato su laghetti ghiacciati e innevati senza saperlo.La cosa che mi ricordo è il silenzio quasi assoluto dell’ambiente ,con un bianco accecante e col vento che soffiava tiepido e quasi silenzioso ,sulle nostre facce arrossite dalla fatica ..e non solo da quella come vedrò i giorni seguenti..ma il ricordo è vivo perchè quest’atmosfera paradisiaca è rotta dal cell. di Simone,era la sua mamma che preoccupata lo chiamava per sentirlo..poi col passare degli anni ci avrebbe fatto l’abitudine,essendo lui a differenza mia ,bravo e prudente..


Comunque ,con la neve fino al ginocchio e salendo una crestina abbastanza ripida e faticosa siamo arrivati al rif: Teodulo dove ,con un bellissimo panorama ,abbiamo passato il pomeriggio..A sera ,mi ricordo del buio giù in valle ,con leggere nuvolette di vapore e della cima del Breithorn ancora inondata dal sole ,come a darci un benvenuto per il giorno dopo e il Cervino sempre bello nella sua superbia da grande sogno..Il mattino sveglia presto e come al solito le mie incazzature,essendo ordinato come molti sanno ,il legarsi con le corde è per me un’impresa e mi fa venire un leggero malumore che poi però passa..A proposito di ordinato e nervoso ,devo confessare una mia mancanza ,dopo molti anni ,non ho ancora capito come si allacciano i ramponi e i miei cassin a 12 punte ,spesso sono messi male e devo sempre farmi aiutare da qualcuno,se poi aggiungi che faccio casino a legarmi ,capisci perchè spesso vado solo..La salita non ha avuto difficoltà ,sempre bella come la ricordavo con la differenza che non ho mai visto così tanta neve ,addirittura in cima le cornici erano enormi..E anche qua ho un aneddoto divertente ..in discesa incontriamo 3 ragazzi italiani che ci chiedendo della salita e chiedere gli itinerari a me è come invitarmi anozze ,quindi sono partito con i miei discorsi che hanno chiarito tutto,tra l’altro una cosa che non ho potuto è stato un commento sulla loro attrezzatura ,avevano un sacco di friends ,di ogni misura e colore e ho chiesto loro se volevano salire la nord del Civetta,essendo chiaro che i friends servono solo in roccia e con tutta quella neve ,non solo erano inutili ,ma pesantissimi da portare..si sono messi a ridere ,probabilmente si aspettavano altro e ci hanno augurato buona discesa..Una discesa lunga e interminabile per la pista da sci La Ventina, che non finiva mai e che ci ha portato a Cervinia stravolti dalla fatica.
Infatti dal mattino avevamo salito 700 metri di dislivello e scesi più di 2000 ,non male..Alla fine di questa avventura ,con un sapore un pò antico ,siamo tornati alle nostre case ,io a godermi la mia piccola figlia e i miei amici ai loro impegni..Di quella salita mi è rimasto un bellissimo ricordo e per una settimana ,gravi scottature per il troppo sole..e pensare che io che sono scuro di carnagione avevo la crema protezione 4 ma poi ho usato quella del Pizza protezione 20..Chissà cosa sarebbe capitato se avessi usato la mia..


4 commenti:

  1. Complimenti per il blog, molto apprezzato da un'amante delle Dolomiti come me

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  2. Mi sembrava di aver visto un link, postato da te con riferimento a questo tuo racconto (che non rieco più a trovare), nel quale mi chiedevi se comoscevo la zona.
    Emiliano, ho trascorso le mie vacanze estive dal 1961 al 1993, continuativamente(con delle defezioni obligate: militare-matrimonio-nascita del primo figlio ecc, ecc.), sempre ed esclusivamente a Valtournenche.
    La prima salita al Breithorn occidentale risale proprio al 1961. Pensa che per l'occasione non solo la piccozza ho dovuto noleggiare ma anche gli scarponi che ancora non possedevo, altri tempi, altri mezzi, per i mei già era stata un'impresa racimolare quei pochi soldi che permettessero a me e a due mie sorelle di trascorrere un'intera settimana di villeggiatura nella Casa Vacanze delle ACLI, la Monte Cervino in fraz. Montaz inferiore di Valtournenche.
    Breithorn?!, oltre trentanni di ricordi, l'ultima salita è datata 1993. Quante volte l'ho salito?, non ricordo esattamente, ben oltre 20 volte sicuramente. E non solo l'occidentale, anche il cemtrale e le mie ascensioni sulle cime del Gruppo del Rosa, oltre i 4.000 metri, dovrebbero essere intorno alla quarantina, ed è proprio il Breithorn che non mi consente un bilancio preciso perchè allora non tenevo di conto considerandolo il 4000 "di casa".
    L'ascensione descritta da te la conosco perfettamente, la salita al Breithorn, in quegli anni in cui eravamo dei "poveracci" con pochi soldi in tasca e pertanto non ci potevamo permettere il lusso del costo del biglietto della funivia, veniva effettuta proprio l'hai descritta tu, partendo dai 2.010 metri del Breuil o addirittura da Valtournenche (in paese ai quei tempi esisteva una seggiovia che conduceva ai quasi 2.000 metri di Champleve), raggiungendo il ghiaccio di Ventina attraverso il passo superiore di Cime Bianche e, dopo avere aggirato il gibbone del ghiacciaio, attraversavamo le morene fino a pervenire al colle del Teodulo e da li, come sai, iniziava la vera salita alla nostra meta.
    Percorsi da oltre 2.000 metri di dislivello, ma l'età ce lo consentiva. Puoi certo immaginare quanti ricordi io possa avere di quella montagna, gradevoli ma anche sgradevoli, contrattempi ed imprevisti, ai tempi, su, al Plateau Rosà, mica c'era la ressa di oggi, i pistoni battuti e lo scempio perpetuato dai nostri cari confinanti svizzeri, esisteva una sola pista estiva per gli sciatori, più oltre, a seconda delle stagioni, capitava di dovere fare i conti con i crepacci già alla prima impennata che conduce al plateau del Breithorn (all'altezza del piccolo Cervino per intenderci).
    Col tuo racconto pertanto hai descritto un'ascensione al Breithorn "d'altri tenpi", anche se quel tipo di ascensioni, a quei tempi, non prevedevano il pernottamento al rifugio Teodula, e ti sei fatto pure la rampa della ferrovia del trenino Decauville a scartamento ridotto, ferrovia realizzata per la costruzione della diga del lago Goillet (Goiletta, italianizzato ? non mi era mai capitato di sentirlo chiamare in tale modo).
    In una sola occasione ho pernottato al Teodulo per salire al Breithorn, ma era un'escursione programmata dal CAI di Melegnano e le regole non le avevo scritte io.
    Sia ben chiaro che non tutte le mie ascensioni al Breithorn sono state fatte partendo da Cervinia, col passare degli anni i soldi in tasca sono aumentati e mi potevo permettere la funivia e altre comodità ma anche nuove sfide ai tempi di percorrenza......come il rientro in albergo per il pranzo.
    Ciao.
    Loris

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  3. Che imbranato, finalmente ho imparato i meccanismi per la pubblicazione dei commenti.
    Loris

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ai giovani

sempre più spesso si sentono criticare i giovani,perchè sono vuoti ,leggeri e non hanno ideali..Ma noi adulti che mondo abbiamo lasciato a questi ragazzi? Le nostre lontane lotte,cosa ci hanno dato da tramandare ai giovani? Noi che allora eravamo idealisti e lottavamo per i diritti,che tipo di mondo abbiamo poi creato per chi è venuto dopo? secondo me ci siamo adagiati sulle comodità e chi è rimasto quello di quei tempi è considerato un fuori di testa