una salita,anche la più banale e innocua,
non è solo il continuo porre i piedi e le mani una dopo l'altra finchè non si arriva in cima ad un sogno, ma è tutto un microcosmo particolare,a seconda della sensibilità di ognuno,un insieme di umori,odori sensazioni ,emozioni,fatiche gioie ,incazzature e improvvise felicità,insomma ,non è poi così banale salire una montagna,anzi ,come nella vita ,più ci si ferma a riflettere,più l'esperienza ti entra dentro e ti cambia...
Già alla partenza,c'è la fatica,spesso solo psicologica,di cominciare ,camminare o arrampicare non importa,ciò che conta è che i primi passi sono goffi e lenti e secondo me se si supera questo trauma,quando cioè all'inizio viene il primo fiatone,si è a buon punto..che poi ,vuoi per sfortuna o il contrario,nessuno all'inizio vuole fare la figura di chi cede per cui si prosegue fra malcelati cattivi umori..a proposito di cattivi,...insieme alla fatica ,cominciano anche a sentirsi,visto il sudore,le prime avvisaglie di quello che almeno fino in cima sarà un pò la caratterizzazione profumata dell'ambiente,ma anche qui ,forse perchè siamo tutti uguali,nessuno dice niente..e poi non sempre l'olfatto viene disturbato solo dal sudore,anche perchè il continuo movimento può creare anche scosse telluriche,innocue ma presenti spesso in fondo la fila...
Naturalmente in cima si dimentica tutto,e all'amico al quale avresti spaccato la testa ,perchè si lamentava,perchè era stanco e per un sacco di altri perchè,dai la mano volentieri e ti congratuli,e il bello è che sei sincero..forse non basterebbe una vita a capire il come la montagna mi cambi ,ma bastano quei pochi minuti di un sogno realizzato,con i miei amici,per farmi capire che nonostante tutto ,la montagna mi riempie e colora la vita e già questo a me basta per amarla...
EMILIANO
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